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Cronaca

Omicidio via Colombo, Siap: «Piacenza non è più un'isola felice»

Duro intervento del sindacato di polizia. Chiaravalloti: «A Piacenza da 10 anni si fanno servizi spettacolari da poter dare ai giornali. Del resto apparire è più facile che essere. L’isola, non c’è. Le strategie, da 10 anni, hanno fallito. E una certa stampa, a mio parere, ne è anche responsabile. Perché non ha mai avuto il coraggio di raccontare le cose come realmente erano. Arresti che sono frutto del fiuto dei colleghi o quelli che sono avvenuti anche per colpi di fortuna, sul giornale: grazie ai controlli predisposti»

«Dopo l’omicidio di ieri sera avvenuto come una strage mafiosa, l’isola felice "Piacenza" è di fatto un’isola affondata. Cosa si dirà adesso? Più controllo del territorio. Si riunirà il comitato di ordine e sicurezza pubblica, si effettueranno servizi spettacolari e visibili, per influenzare la percezione di sicurezza dei cittadini. Le solite parole, le solite strategie dell’apparire e del non fare». Lo afferma in una nota il segretario regionale del sindacato di Polizia Siap, Sandro Chiaravalloti dopo il brutale omicidio avvenuto la sera dell'1 settembre a Piacenza dove un uomo albanese di 39 anni è stato freddato con tre colpi di arma da fuoco mentre era seduto al tavolino di un bar.

«No signori, lo diciamo da sempre, la sicurezza è quella permanente, quella di qualità, quella che ogni giorno si fa in tutti i settori della sicurezza. Quella del meglio 2 volanti in ottimo stato che non tre azzoppate. Il controllo del territorio - sottolinea il Siap - va da una telefonata, ad un controllo edilizio, ad un controllo denuncia fabbricati, all’investigazione, alla polizia politica (Digos), al controllo del territorio virtuale… all’intervento tempestivo, al servizio delicato delle volanti teso al  vero controllo del territorio e non a quello dei numeri utili ad apparire». 

«La sicurezza - afferma Chiaravalloti - si fa con un unico coordinamento, con un unico responsabile come disposto dalla legge 121/81 che ancora non viene applicata facendo si che a decidere sono in tanti, a volte incompetenti, senza arrivare mai ad un vero coordinamento. Perché, fidatevi, il coordinamento, a mio parere non c’è». 

«Invece, da anni - prosegue la nota ufficiale - si punta su quello che è più facile dire: più controllo del territorio, pur sapendo che le risorse umane e i mezzi, non ci sono. Ma, signori politici dell’ordine e sicurezza pubblica, a parte quando ci sono le campagne  elettorali, dove siete quando noi chiediamo aiuto? Del resto, come disse il mio segretario nazionale Tiani: "siamo figli dell’opposizione e orfani del governo"» 

«A Piacenza da 10 anni si fanno servizi spettacolari da poter dare ai giornali. Del resto apparire è più facile che essere. L’isola, non c’è. Le strategie, da 10 anni, hanno fallito. E una certa stampa, a mio parere, ne è anche responsabile. Perché non ha mai avuto il coraggio di raccontare le cose come realmente erano. Arresti che sono frutto del fiuto dei colleghi o quelli che sono avvenuti anche per colpi di fortuna, sul giornale: grazie ai controlli predisposti». 

«La pubblicità mediatica - conclude Chiaravalloti - esagerata fatta a Piacenza, per favorire il “capo” di turno, ha danneggiato la sicurezza dei cittadini. E in questura la sezione narcotici, dopo l’arresto dei colleghi, è ancora chiusa. Chiusa per mancanza di strategie? E dal dipartimento? Nessuna ispezione, nessun interessamento, tutto come se nulla sia successo e i colleghi sono allo sbando. Noi del Siap, speriamo in un ricambio Dirigenziale davvero ampio che rinnovi il presente e il passato. In ottobre, come annunciato internamente pochi giorni fa, sembra che ce lo sentivamo, effettueremo una manifestazione davanti la prefettura». 

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