Operazione Fast and Furious: due arresti nel piacentino
Si tratta del presidente e della segretaria del Fast and tuning club di Rottofreno, C. Z. e S. T., tramite il quale un centinaio circa di appassionati piacentini sono riusciti a ottenere illecitamente, secondo i carabinieri, di apportare modifiche irregolari alle proprie vetture
C. Z., 33 anni , e S. T., : sono i nomi, diffusi in un comunicato stampa della Procura della Repubblica di Napoli, dei due piacentini coinvolti nell'operazione "Fast and furious" che è stata condotta dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Piacenza, in collaborazione con gli agenti della Polizia municipale di via Rogerio e dei colleghi della comando provinciale di Napoli.
I due piacentini, che sono stati colpiti (insieme ad altre 13 persone) da un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, erano rispettivamente il presidente e la segretaria del club piacentino per appassionati di elaborazioni di auto - il cosiddetto tuning, appunto - denominato "Fast and tuning", e tramite il quale un centinaio circa di appassionati piacentini sono riusciti a ottenere illecitamente - secondo i carabinieri - di apportare modifiche irregolari alle proprie vetture.
Come? Riuscendo a far falsificare il libretto di circolazione, facendo trascrivere l'omologazione, grazie alla compiacenza di un'agenzia partenopea di pratiche auto che, a sua volta, faceva riferimento agli "appoggi" all'interno della motorizzazione civile di Napoli.
Dunque stamattina in conferenza stampa il capitano Helios Scarpa ha spiegato come tutta l'operazione - che ha avuto anche grande eco a livello nazionale - sia partita grazie all'input dei controlli su strada effettuati dalla polizia municipale di Piacenza insieme ai colleghi del Radiomobile. In particolare, vigili e carabinieri si erano accorti che diverse auto elaborate che fermavano ai posti di controllo, avevano apportato modifiche appariscenti e anche radicali all'assetto, agli spoiler, ai pneumatici e al motore, ma che però risultavano tutte stranamente omologate sul libretto di circolazione.
Contattate però direttamente le case produttrici, è emerso che si trattava di modifiche mai autorizzate. Quindi le indagini sono proseguite a ritroso, finché i carabinieri non sono arrivati sulle tracce dei funzionari della motorizzazione di Napoli. A Piacenza, chi voleva ottenere il nulla osta a queste elaborazioni, si rivolgeva al club piacentino che provvedeva - a detta degli investigatori - a contattare l'agenzia di pratiche napoletana che poi pensava al resto. Il tutto, ovviamente, dietro pagamento, per un giro che i militari stimano in diverse decine di migliaia di euro.