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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Caorso / Via Roma

Dalla Romania con reti fuori legge per depredare il Po: pescatori sorpresi a Roncarolo

Dal Polesine a Caorso per fare incetta di pesce. I "predoni del Po" o "Lipoveni" sono arrivati anche nel Piacentino. Dopo mesi di avvistamenti sono stati "pizzicati" nella notte tra il 15 e il 16 luglio a Roncarolo: reti non segnalate con quintali di pesci pronti per essere immessi sul mercato

Dal Polesine a Caorso per fare incetta di pesce. Sono i pescatori, prima ungheresi, oggi romeni, che con regolare licenza professionale, sopratutto di notte calano le reti nel Grande Fiume, prendono tutto quello che riescono, caricano i furgoni e poi vendono il pesce all'estero, spesso nel proprio paese di origine, ma con tutta probabilità anche in Italia, e senza preoccuparsi troppo della modalità del trasporto, dell'igiene e della tracciabilità.  

La stampa veneta è piena di operazioni dei carabinieri e della polizia provinciale, impegnati costantemente a contrastare questo fenomeno in espansione: il rischio è quello di vedersi letteralemente depredare interi tratti del Po, con danni spesso irreparabili. Ora, dopo mesi di avvistamenti anche sulle sponde piacentine e lombarde, i predoni del Po, i Lipoveni, sono stati "pizzicati" per la prima volta a Roncarolo di Caorso nella notte tra il 15 e il 16 luglio. Si tratta di persone provenienti dal delta del Danubio  di origine Lipovena, principalmente dal comprensorio di Tulcea. "Questo popolo - si legge in un articolo de La Nuova Ferrara - basa la sua cultura e il suo sostentamento, principalmente sulla tradizionale attività della pesca con le reti senza minimamente preoccuparsi dell'impatto ambientale che ne deriva, al punto di avere impoverito di fauna ittica, in modo quasi irreversibile".

Schermata 2015-07-17 alle 16.39.09-2«I ragazzi della Tana di Roncarolo, un ritrovo sulle sponde del fiume, nella serata del 15 luglio ci hanno avvertito della presenza di alcune persone sospette sulla sponda lombarda, dopo aver radunato un gruppo di pescatori, appassionati e appartenenti a varie associazioni di pesca, siamo andati a controllare». Spiega Emanuele Bazzoni, guardia volontaria di Arci Pesca che insieme ai colleghi Ambra Nalbone, Michele Zaffignani e Samuele Petesi di Enal Pesca ha a cuore la fauna ittica e il Grande Fiume».

«Ci siamo divisi in gruppi e abbiamo raggiunto i "predoni" sia via fiume sia via terra sulla sponda lombarda. E' molto difficile stanarli e scoprirli: sanno il fatto loro e si insospettiscono facilmente ma dopo qualche ora siamo riusciti a fermarne tre su sette segnalati. Una volta controllati, abbiamo acquisito tutta la documentazione necessaria grazie alla quale la polizia provinciale di Lodi e Piacenza procederà d'ufficio sanzionando i pescatori. Infatti le reti che avevano calato, che coprivano circa un chilometro di fiume e praticamente stracolme di pesci che abbiamo subito liberato, non erano segnalate correttamente e non riportavano la piombatura della Provincia di residenza. Tutti romeni con regolare licenza di pesca, erano dotati di una barca molto veloce e di un furgone frigorifero troppo piccolo però per contenere tutto il pesce, circa 7 quintali, che abbiamo trovato nelle loro reti. Con tutta probabilità erano dotati di un altro mezzo che si è rapidamente allontanato al nostro arrivo».

Schermata 2015-07-17 alle 16.12.45-2La normativa che regola la pesca varia da regione a regione, spesso presenta falle e si sa che quando la legislazione non è chiara è più facile arginarla facendola, quasi sempre, franca. «Di certo c'è - continua - che il pesce pescato in Po non dovrebbe essere mangiato perché pieno di metalli pesanti, come dimostrano recenti analisi dell'Università di Bologna. Occorre al più presto mettere in campo una serie di azioni per arginare questo fenomeno ormai incontrollabile in diverse regioni d'Italia, per la salute delle persone e per quella del Po. Essendo questo il primo caso nel Piacentino la polizia provinciale si sta adoperando per fronteggiare questa situazione nel più efficace dei modi. La collaborazione con tutti gli appassionati, i pescatori, le associazioni, e le guardie volontarie Arci e Enal è lo strumento più efficace nel presidio del territorio di cui siamo in possesso. Ci auguriamo di poter aver presto gli strumenti per punire chi commette reati e che, in barba, a qualsiasi regola, depreda la fauna ittica del Grande Fiume». Conclude. Intanto, questi pescatori "pizzicati" il 15 luglio a Roncarolo sono stati avvistati sempre nella stessa zona anche nella giornata del 17 luglio, mentre la loro barca è stata notata a Caselle Landi. Si preannuncia un'altra notte di caccia sul fiume. 

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