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Cronaca

Petrolio nel Po dal Lambro, due sbarramenti e forse centrale ferma

Gli aggiornamenti. Il petrolio che è stato versato nel Lambro e che è arrivato al Po starà nel "Grande Fiume" per cinque giorni. E' questa la previsione della Protezione civile dell'Emilia-Romagna. Errani, in visita nel Piacentino, ipotizza la "richiesta dello stato di emergenza". Si pensa a fermare la centrale di Isola Serafini

Due sbarramenti con le panne, barriere galleggianti, sono quelle che cercheranno di arginare la marea nera che sta percorrendo il Po, dopo lo sversamento nel Lambro. E' la contromisura approntata dalla task force che si è riunita nella prefettura di Piacenza, con protezione civile e vigili del fuoco.

IPOTESI DI CENTRALE FERMA - Il doppio sbarramento, come ha spiegato il prefetto di Piacenza Luigi Viana, "da solo non sarà sufficiente, serviranno anche operazione di aspirazione e spurgo". A Piacenza è stata anche predisposta un'ordinanza con divieto assoluto di ogni uso dell'acqua del Po. Non è esclusa nemmeno la possibilità di fermare la centrale idroelettrica di Isola Serafini. La situazione viene tenuta sotto controllo ora dopo ora anche dall'Arpa, l'agenzia regionale per l'ambiente.

ERRANI: "FORSE LO STATO DI EMERGENZA"
- Stiamo valutando insieme alla Regione Lombardia l'eventualità di chiedere lo stato d'emergenza". Lo ha annunciato il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani in merito al petrolio che dal fiume Lambro è arrivato nel Po. "E' una grave emergenza ambientale - ha detto Errani a Piacenza - Abbiamo già messo in allarme la protezione civile, che sta intervenendo con uomini e mezzi sia sul territorio emiliano sia su quello lombardo".

5 GIORNI NEL PO - Il petrolio che è stato versato nel Lambro e che è arrivato al Po starà nel "Grande Fiume" per cinque giorni. E' questa la previsione della Protezione civile dell'Emilia-Romagna che ha diffuso un'allerta agli enti locali che si affacciano sul Po.

TRE SBARRAMENTI A PIACENZA - Parte del materiale inquinante interesserà l'asta del fiume nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara fino a lunedì primo marzo. "Gli interventi urgenti attivati nella Regione Lombardia - fa sapere la Protezione civile - ed in corso di attuazione in Emilia-Romagna hanno limitato le quantità di olio combustibile in transito sul Po. Sono in corso analisi chimico-fisiche da parte di Arpa e la realizzazione di tre sbarramenti in Provincia di Piacenza per il contenimento e il parziale recupero del materiale inquinante". "Il passaggio della massa di olio combustibile potrà essere segnalato da odore caratteristico di idrocarburi che perdurerà per alcuni giorni e da una colorazione iridescente delle acque superficiali".

L'ALLARME IN MATTINATA - L'allarme inquinamento per il fiume Lambro, dopo lo sversamento di 600mila litri di petrolio, é arrivato anche al Po e in particolare al tratto piacentino del fiume. In un incontro in prefettura, nella mattinata di martedì 24 febbraio, a Piacenza è stato comunicato che una parte di olii combustibil finiti nel Lambro hano già raggiunto il Grande Fiume sul territorio piacentino: le barriere collocate in Lombardia, infatti, non hanno retto ai liquidi. Il presidente della Regione Vasco Errani, in visita nel Piacentino martedì 24 febbraio, ha palesato la possibilità, insieme alla Lombardia, di chiedere lo stato di emergenza.

SBARRAMENTO A CALENDASCO - Mentre si parla, nel Milanese, di anatre e germani morti, probabilmente per l'effetto dei carburanti del fiume affluente del Po, il prefetto Luigi Viana ha annunciato che verranno posizionate alcune paratie della lunghezza di 100 metri all'altezza di Calendasco ed è stata emanata un'ordinanza che vieta il prelievo dell'acqua nei comuni rivieraschi. Al lavoro una task force formata dai Pontieri, dai vigili del fuoco, dalla Protezione civile e l'Arpa.

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