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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Furto con scasso alla Farnesiana, e inizia il “calvario” per il fax rubato

Un fax sparisce nottetempo dalla sede Cgil Farnesiana di via Carella 10. Il giorno dopo una ditta riceve il curriculum di un ragazzo, spedito proprio da quel fax che però, non si trova. Due mesi di indagini della Digos di Piacenza e ancora nessun colpevole ufficiale

Tutto inizia una notte di metà aprile e per ricostruire tutta la vicenda, ancora senza un colpevole ufficiale, ci sono voluti due mesi di indagini da parte della Digos. Ad aprile, infatti, la Cgil Farnesiana, denuncia in questura un furto con scasso. Dalla sede di via Carella 10, vengono rubati, nottetempo, un fax e una stampante.

Il giorno dopo, un'azienda piacentina, riceve il curriculum vitae di S. R. cremasco, 25 anni. Il fax, sembra arrivare proprio dalla Cgil Farnesiana, è scritto nell'intestazione. La ditta chiama il sindacato, che smentisce subito l'invio del documento: “Ci hanno rubato il fax, questa notte” si giustificano.

E da qui, per il fax trafugato, inizia calvario: la polizia approfondisce le indagini. La sezione investigativa della Digos ottiene dalla Procura di Piacenza, l'autorizzazione per acquisire i tabulati telefonici e scoprire dal quale utenza è stato mandato il fax, dato che l'apparecchio mantiene memoria dei dati impostati anche se viene collegato ad un'altra linea.
  Quattro passaggi di mano per il fax trafugato e altrettanti iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di ricettazione  

L'individuazione della linea telefonica, avrebbe così permesso alla polizia di rintracciare in breve tempo la refurtiva. In realtà, da questo momento inizia una serie di rimpalli che coinvolgono ben quattro persone che nell'arco di pochi giorni si erano passati di mano il fax della Cgil.

La prima porta alla quale la Digos va a bussare è proprio quella di S. R. il ragazzo cremasco: sul suo conto, numerosi precedenti penali per reati anche contro il patrimonio. Il giovane ammette di aver spedito il fax con quell'apparecchio, ma dichiara di averlo ricevuto in regalo. Con la macchina della Cgil, si era attaccato alla linea di casa della suocera e, all'insaputa della padrona di casa, aveva inoltrato il suo curriculum. Il giovane dice anche di essersi sbarazzato dell'apparecchio perchè aveva notato che sulla ricevuta di trasmissione compariva l'intestazione della sigla sindacale.

S. R. spiega agli investigatori di aver venduto la refurtiva ad un giovane che si faceva chiamare Renato, per 20 euro. Tale Renato è, al secolo, S. M. di nazionalità bosniaca ma in regola con il permesso di soggiorno, residente a Piacenza e incensurato. Rintracciato a sua volta dalla polizia, dice di aver girato fax e stampante ad un certo Alì, titolare in città di un call center pakistano.

Alì, è M. A. pakistano, in regola con i documenti e senza precedenti. Il ragazzo, dichiara prima di aver ricevuto la refurtiva in regalo dal bosniaco e poi di averla invece acquistata, dallo stesso, per la somma di 90 euro. Due versioni contrastanti che non convincono gli inquirenti.

Comunque la Digos, al call center di Alì, riesce a rinvenire la stampante e a porla sotto sequestro, ma non il fax incriminato, perchè il pakistano confessa di averlo già venduto ad un suo cliente. Il cliente si chiama O. A., marocchino del 1971, anche lui in regola e “pulito”. Finalmente, da quest'ultimo, viene rintracciato anche il fax e sequestrato.

La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario. Nel registro degli indagati, invece, sono finiti i quattro protagonisti della vicenda, iscritti con l'accusa di ricettazione, reato più grave del semplice “furto”. Per il momento, non si è ancora venuti a capo di chi ha, materialmente, rubato stampante e telefax dalla Cgil Farnesiana.

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