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Cronaca

"L'acqua pubblica non si tocca", parte il referendum a Piacenza

Obiettivo 3.500 firme a Piacenza contro la privatizzazione dell'acqua. Nato un Coordinamento provinciale. Cambria (Cgil): "Acqua deve rimanere bene collettivo". Montanari (Prc): "Rischio di infiltrazioni mafiose"

«L'acqua non si vende». Con questo slogan parte anche a Piacenza la campagna referendaria contro la privatizzazione dell'acqua, il cui Coordinamento provinciale è nato in questi giorni (nella foto) chiamando a raccolta numerosi soggetti (sindacati, movimenti, associazioni, enti e partiti). «L'acqua - sostiene Mattea Cambria di Cgil, uno dei sindacati che sostengono la consultazione - è un bene comune fondamentale per ogni individuo, per cui la sua gestione deve essere pubblica. Privatizzandola, potrebbero farsi avanti alcuni soggetti potrebbero trasformarla in un bene di consumo attraverso cui realizzare profitti. Con il referendum ci proponiamo di mantenerla come un bene collettivo».

3.500 FIRME DA RACCOGLIERE - Saranno tre i quesiti referendari proposti dal Coordinamento promotore nazionale e dal Forum italiano dei Movimenti per l'acqua, attivati per la raccolta di 500mila firme necessarie per far sì che la consultazione possa essere richiesta (3.500 firme è l'obiettivo che il Coordinamento si è prefissato di raggiungere).

I QUESITI - Il primo quesito, che propone l'abrogazione del decreto Ronchi del 2008 sulla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica, mira a bloccare la privatizzazione della gestione idrica. Il secondo apre la strada alla ripubblicizzazione, spingendo verso l'abrogazione del decreto legislativo152/2006 sulla scelta della forma di gestione e le procedure di affidameno del servizio idrico integrato. Il terzo riguarda l'abrogazione dello stesso decreto nel comma 1 in cui viene concesso al gestore di guadagnare con rincari sulla bolletta.

MONTANARI (PRC): «RISCHIO INFILTRAZIONI MAFIOSE» - «Nelle Regioni in cui l'acqua è già stata privatizzata negli ultimi cinque anni - fa notare il segretario di Rifondazione comunista Roberto Montanari - le tariffe sono aumentate del 68% a fronte di un tasso d'inflazione del 20%. Inoltre, è diminuto del 30 % il personale degli acquedotti e sono aumentati del 20% gli sprechi. Infine, la mafia - avverte - è molto interessata ad inserirsi nei percorsi di privatizzazione».

DOVE FIRMARE - I cittadini che vorranno aderire alle petizione per l'istituzione del referendum potranno recarsi ai gazebo che nel fine settimana saranno allestiti in città e provincia. Domani il Coordinamento sarà a Piacenza in largo Battisti (dalle 9 e 30 alle 12 e 30), a Fiorenzuola davanti al Teatro Verdi. Domenica i banchetti saranno presenti in piazza Re Amato a Pontenure, a Rottofreno, Borgonovo, Villanova, a Baselicaduce di Fiorenzuola, a Piacenza in piazza Cavalli.

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