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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Picchiata e vessata dal marito per anni. Giovane tunisina lo denuncia e lo fa processare

L'uomo, geloso e spesso ubriaco, si accaniva su di lei con minacce e insulti. La donna si è costituita parte civile

Botte, insulti, minacce. Il tutto condito da pedinamenti asfissianti e telefonate continue, purtroppo con un retroterra di gelosia e alcol. E’ il triste copione di tanti casi di stalking di cui restano vittime le donne e che sempre più spesso approdano nelle aule dei tribunali, grazie alle denunce delle vittime che hanno preso coscienza di sé.

L’ennesima vicenda è stata raccontata questa mattina, 19 dicembre, al giudice Elena Stoppini e al pubblico ministero Giulio Massara da una tunisina di 30 anni. Ad ascoltare il racconto di anni di vessazioni c’era anche l’ex marito, connazionale di 46 anni, sul banco degli imputati, accusato di atti persecutori (stalking). L’uomo è difeso dall’avvocato Paolo Lentini, mentre la donna si è costituita parte civile con l’avvocato Elena Vincini, la quale ha chiesto un risarcimento di 25mila euro.

Dopo aver sopportato per anni (più volte era finita al pronto soccorso per le botte di lui che rincasava ubriaco, il marito le aveva anche sequestrato la sim del cellulare per controllare chi chiamasse), la giovane mamma di tre figli, ha deciso di denunciare l’ex ai carabinieri nel 2011. Ottenuto il divorzio, lui non si era rassegnato e continuava a pedinare la donna, anche vicino alla scuola dove andavano i figli più piccoli. Tanti i testimoni sentiti. Nel 2011, dopo la denuncia, per l’uomo il questore emise il provvedimento dell’ammonimento da parte del questore. In settembre, l’uomo, dopo una delle tante liti, in mezzo alla strada la colpì al volto con uno schiaffo. Lei chiamò i carabinieri che denunciarono l’uomo, anche perché non poteva avvicinarsi alla donna. Un’amica della tunisina ha ricordato la scenata fatta dall’ex marito perché non voleva andasse a una festa di fine anno scolastico con i figli. E un volontario delle Giannelline, maestro di educazione fisica, aveva regalato alla donna alcuni vestiti per i bimbi. L’uomo lo venne a sapere e, davanti al volontario, chiese alla moglie che cosa lei gli avesse dato in cambio, con un’allusione sessuale. L’udienza è stata rinviata in aprile per ascoltare altri testimoni.

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