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Cronaca

Picchiata e vessata per farla prostituire, ma lei reagisce e lo denuncia

In Tribunale il drammatico racconto di una romena di 35 anni: «Lo amavo, diceva di volere una famiglia». Con un occhio nero e il naso fratturato si presentò alla polizia municipale per denunciarlo facendo partire l’indagine

«Venivo picchiata se non avessi preso la cocaina e se non consegnavo i soldi dei clienti. All’inizio lo amavo, ma poi il suo comportamento è cambiato ed è diventato sempre più violento». E’ il racconto drammatico risuonato oggi, 11 gennaio, in Tribunale al processo nei confronti di un uomo, Fabio Cusumano, accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

A raccontare la storia è stata la vittima, una donna romena di 35 anni, oggi uscita da quel mondo.

La donna è stata sentita dai giudici del collegio presieduto da Fiammetta Modica, a latere Luca Milani e Ivan Borasi. La romena ha risposto alle domande del pm Antonio Colonna, del difensore dell’imputato, l’avvocato Giandanese Nigra, e della parte civile, l’avvocato Emanuele Solari che tutela la donna. Al termine dell’udienza, il difensore ha chiesto al collegio di revocare il divieto di soggiorno (l’uomo attualmente è in Sicilia). Una richiesta a cui si è opposta la parte civile affermando che la donna è ancora spaventata e teme ritorsioni. I giudici hanno accolto la richiesta della difesa.

La donna stanca delle vessazioni subite, e delle botte, si presentò nella primavera del 2016 alla polizia municipale per denunciare i soprusi. La squadra di polizia giudiziaria della Municipale avviò le indagini e denunciò l’uomo.

La romena, che esercitava la prostituzione già da tempo, aveva conosciuto Cusumano e si innamorò di lui: «Parlava di farsi una famiglia e diceva di volere dei figli». Poi, però, non cambiò nulla. In un appartamento di via Trento, la donna riceveva i numerosi clienti - molti i piacentini - attirati anche da un annuncio pubblicato su un sito di escort. Il denaro guadagnato lo doveva consegnare all’uomo, ha raccontato. I due vennero, però, sfrattati. Lui lavorava come autista di un corriere e la coppia si trovò a dormire sul camion e lei a prostituirsi in strada.

La decisione di lasciarlo e di denunciarlo arrivò dopo l’ennesimo pestaggio. Lei si recò alla polizia municipale. «Aveva un occhio tumefatto e un certificato del pronto soccorso con 30 giorni di prognosi, a causa della frattura del setto nasale. Era molto provata» ha detto un ispettore della Municipale. Gli agenti la indirizzarono anche all’associazione Oltre la strada, ma lei non seguì il progetto perché, ha detto, non si trovava bene nella comunità.

Gli investigatori seguirono l’uomo e misero il telefono sotto controllo. Lui la controllava in modo opprimente e in un solo giorno, ha ricordato l’ispettore, arrivò a inviarle quasi 200 sms: voleva sapere dove fosse, con chi fosse e faceva anche apprezzamenti positivi quando lei trovava nuovi clienti. L’udienza è stata rinviata per ascoltare altri testimoni.

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