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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Prof ucciso e fatto a pezzi: non si è difeso perché stordito con dei tranquillanti

L'autopsia sui resti del 77enne Adriano Manesco conferma la causa violenta della morte: trovate una ventina di coltellate al petto. Al vaglio l'ipotesi che poco prima alla vittima fossero stati somministrati dei tranquillanti a sua insaputa

Adriano Manesco potrebbe essere stato narcotizzato con dei sonniferi prima di essere ucciso. Saranno gli esami tossicologici a confermarlo con precisione, ma questo è uno degli elementi sui cui stanno lavorando gli inquirenti che seguono il caso dell’ex insegnante milanese di 77 anni fatto a pezzi e rinchiuso nel trolley trovato sabato scorso in un cassonetto della spazzatura alla periferia di Lodi. Lunedì 11 agosto i medici legali hanno effettuato l’autopsia sui resti della vittima nell’obitorio dell’ospedale di Piacenza. Un esame che avrebbe confermato la causa violenta della morte dell’uomo: una ventina di coltellate al petto, e non solo, che sarebbero state fatali. Ma probabilmente l’uomo non è stato in grado di difendersi dal suo assassino (o assassini) proprio perché stordito da una massiccia dose di tranquillanti che forse gli era stata somministrata poco prima a sua insaputa all’interno dell’appartamento di Milano dove è avvenuto il delitto. La ricostruzione di questo delitto appare comunque sempre più complessa. Non è infatti nemmeno ancora escluso che chi lo ha ucciso abbia prima cercato di strangolato ma senza riuscirvi del tutto. La ricostruzione degli ultimi istanti di vita dell’uomo e della dinamica del delitto sarà fondamentale per l’esito dell’indagine preliminare.
I due piacentini arrestati dalla polizia - Paolo Grassi e Gianluca Civardi - verranno invece ascoltati dal gip nelle prossime ore al carcere delle Novate, dove si trovano rinchiusi da venerdì scorso.

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