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Cronaca Castelvetro Piacentino / Via Roma

Laboratorio della droga in casa del prof di matematica: due fratelli in manette

I carabinieri di Fiorenzuola hanno arrestato Antonio e Ercole Salerno, due fratelli di Cutro, che nella propria abitazione a Gadesco Pieve Delmona nel Cremonese, avevano creato un laboratorio per il confezionamento delle sostanze con cui tagliare la cocaina. Uno dei due era un insospettabile professore

«Questo materiale mi serve per alcuni esperimenti da fare in classe». Ha cercato di giustificarsi in questo modo il professore delle scuole medie arrestato insieme al fratello, nella loro abitazione, dai carabinieri della compagnia di Fiorenzuola aiutati da quelli della compagnia di Cremona insieme ai cinofili di Bologna il 26 maggio a Gadesco Pieve Delmona nel Cremonese. 

I due fratelli, Antonio ed Ercole Salerno, rispettivamente di 55 e 47 anni, originari di Cutro ma nel Piacentino da tempo, sono stati arrestati con l'accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio. Nella mattina del 26 maggio il blitz dei militari al termine di accertamenti e indagini riconducibili all'Operazione Aemilia dell'inverno scorso. Operazione che ha portato all'arresto di decine di persone legate all''ndrangheta cutrese.

All'interno dell'abitazione un vero e proprio laboratorio clandestino per il confezionamento della sostanza con cui tagliare la coca, e un discreto quantitativo di polvere bianca pronta da vendere. Ercole infatti, laureato in chimica e biologia conduceva una doppia vita: alla mattina si recava in classe dai suoi studenti a Pieve San Giacomo, e nel pomeriggio si chiudeva nella sua abitazione per confezionare cocaina con il fratello, fanno sapere gli investigatori. Incensurato e ben voluto da vicini e amici veniva chiamato "Il professore". «Con il fratello Antonio, pregiudicato nullafacente, avrebbe messo in piedi un vero e proprio business. Acquistavano tutto il materiale on line, per non dare nell'occhio, e una volta ricevuto il necessario si sarebbero messi all'opera». Spiega il capitano Emanuele Leuzzi. Addirittura nel giardino avevano collocato una pressa idraulica da 200 quintali, ben protetta da occhi indiscreti da una folta siepe, che serviva per comporre i panetti, mentre con un altro strumento creavano medaglioni di coca da 10 grammi. 

Producevano con un particolare e delicato metodo, che solo un chimico esperto come Ercole poteva sapere, le sostanze chimiche con cui poi tagliare la cocaina purissima. Se con il mannitolo questo tipo di operazione è abbastanza frequente, i due fratelli avevano iniziato a produrre, innovando la tecnica, la benzocaina. I militari hanno capito  quindi di trovarsi di fronte a due precursori: sarebbe infatti il primo laboratorio clandestino scoperto in cui si produce benzocaina in Italia. 

I militari però non si sono fermati solo a quella abitazione dove entrambi vivevano, ma hanno perquisito anche una casa popolare a Castelvetro, intestata al maggiore dei due fratelli, utilizzata come magazzino. In tutto nelle due residenze sono stati sequestrati tutti i macchinari, 200 grammi di benzocaina, 200 grammi di cocaina purissima da tagliare, 900 grammi di mannitolo e mezzo chilo di caffeina. Inoltre sono stati trovati documenti che collegherebbero i due fratelli Salerno a Maurizio Cavedo arrestato nel dicembre del 2014 in Venezuela mentre cercava di importare 13 chilogrammi di cocaina in Italia. Non solo, ci sarebbero ulteriori documenti riconducibili a diverse persone arrestate nell'Operazione Aemilia. Per questo le indagini e gli accertamenti dei carabinieri sono ancora in corso. L'immobile nel quale è stato trovato il laboratorio è stato sequestrato per il rischio elevato di esplosione per la presenza di materiale altamente tossico e pericoloso come l'acido solforico.

Blitz dei carabinieri: trovato laboratorio di coca ©IlPiacenza







 

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