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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Calendasco / Via Roma

Profughi, il sindaco di Calendasco: «Accoglienza costruttiva». E don Cassola sprona la comunità islamica

Il sindaco, il parroco e le associazioni di Calendasco scrivono alla Prefettura per rendere la permanenza dei profughi positiva: «Corsi obbligatori di italiano, figura autorevole di riferimento e loro impiego nei lavori socialmente utili». Don Cassola: «Molti sono musulmani, pronto a parlare con l'imam di Piacenza»

«Calendasco è un paese che sa accogliere e che si è sempre prodigato per offrire assistenza ma la voce, poi smentita dalla Prefettura, che ai sei profughi già alloggiati all'Ostello Tre Corone ne sarebbero stati aggiunti altri dieci, ci ha messo in allarme». A parlare è il sindaco di Calendasco, Francesco Zangrandi che insieme alla parrocchia guidata da don Massimo Cassola e alle associazioni ha scritto una lettera al Prefetto per avere spiegazioni.

«Qualche giorno fa - continua il sindaco - si è sparsa la voce che a Calendasco sarebbero arrivati altri esuli, oltre ai sei già presenti e subito mi sono consultato con i miei collaboratori, con il parroco e le associazioni per garantire che questo soggiorno diventi un'occasione di scambio e non un'emergenza di ordine pubblico da fronteggiare. Come abbiamo visto più volte, e anche proprio nel nostro paese, assembramenti numerosi di profughi possono creare disagi a loro stessi e alla popolazione del posto. Di qui la lettera alla Prefettura che ha smentito il nuovo arrivo e che ha accolto le istanze dei piccoli comuni. Tuttavia abbiamo individuato alcuni punti fermi che, se attuati, potrebbero sicuramente rendere la permanenza di queste persone sul nostro territorio positiva e non degenerativa. A nostro avviso occorrerebbe una figura di riferimento autorevole identificata dalla Prefettura, al fine di integrarli al più presto o comunque di metterli in grado di comunicare con la popolazione, occorrerebbe approntare un corso di italiano obbligatorio. E infine, per evitare, come nelle passate analoghe occasioni, l'ozio e lo stazionamento sfaccendato negli esercizi pubblici o nelle strade del paese si potrebbe inserire queste persone nella rete di lavori socialmenti utili».

Un appello alla collaborazione arriva forte e chiaro anche da don Massimo Cassola: «Quasi tutti i profughi nel nostro paese ma anche a Piacenza sono musulamani quindi faccio un appello alla comunità islamica piacentina e all'imam perché si attivi una collaborazione nella gestione di questa emergenza. La carità è un pilastro anche della religione islamica, per questo motivo sono disponibile ad incontrare quanto prima l'imam per parlare di questa situazione». I sei ragazzi ospitati alle Tre Corone sono giovani uomini che provengono dal Senegal, dalla Guinea e dal Gambia: «Qui ci troviamo bene». Ogni struttura ospitante riceve dallo Stato 30 euro al giorno per profugo, di questi 2.50 euro vengono dati direttamente ai singoli per le proprie necessità.

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