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Cronaca Via Caorsana

Rapinavano e stupravano lucciole, riconosciuti dalle loro vittime

E' stato convalidato dal gip il fermo dei due marocchini bloccati l'altra notte dai carabinieri dell'Aliquota operativa e accusati di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e lesioni. Le tre lucciole vittime li hanno riconosciuti

Sono stati arrestati con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, lesioni personali e rapina i due stranieri che sono stati fermati l'altra notte dai carabinieri dell'aliquota operativa di Piacenza. Si tratta di due marocchini residenti a Piacenza, uno pregiudicato per reati specifici, che ora si trovano in carcere alle Novate. Su di loro, tra gli altri, pesa il riconoscimento da parte delle tre vittime: sia le due giovani lucciole albanesi che sono state rapinate sulla Caorsana dopo essersi viste puntare un coltello alla gola, sia la nigeriana che dai due è stata stuprata ripetutamente nell'arco di un'ora, e poi abbandonata nuda e al buio in mezzo alla strada Valnure a Podenzano, dove è stata trovata dai carabinieri.

Il fermo, firmato dal sostituto procuratore di Piacenza Michela Versini, è già stato convalidato dal gip che ha disposto la custodia cautelare in carcere.

I carabinieri, nel darne notizia, spiegano alcuni particolari di come agivano i due marocchini arrestati. «Prima contrattavano una prestazione sessuale, e poi facevano salire a bordo le loro vittime designate. Dopo essersi appartati, favoriti dall'oscurità, sotto la minaccia di un coltello, costringevano le vittime a subire violenze sessuali senza utilizzare alcuna protezione. Quando le donne opponevano il loro fermo rifiuto - dicono i carabinieri - giungevano ad abusarne ripetutamente entrambi e a ferirle col coltello. Infine le abbandonavano sanguinanti lontano dal luogo dove le avevano adescate, portandogli via il denaro e il telefono cellulare per impedirle di chiedere soccorso».

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