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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il figlio in Germania con una firma falsa, denunciato il padre separato

La procura indaga, dopo le tre denunce della madre e le proteste dei nonni. Sul documento valido per l’espatrio, la firma non sarebbe quella della mamma. La protesta dei nonni sotto il Tribunale e davanti ai Servizi sociali

La procura ha aperto un fascicolo sull’uomo che, secondo le accuse della moglie, oltre a non farglielo vedere avrebbe fatto uscire il figlio dall’Italia nonostante il ragazzo fosse stato affidato ai Servizi sociali. Una vicenda complessa che ha visto più volte in piazza la protesta dei due nonni materni, che si sono sistemati davanti al Tribunale e davanti agli uffici dei Servizi sociali in via Taverna. Il ragazzo, che ha 15 anni, di cui non hanno più notizie da mesi, sarebbe in Germania e a scuola ancora non si sarebbe visto. E in mezzo ci sarebbe un documento di identità con una firma falsa e l’accusa di sottrazione di minori.

Tre le denunce presentate in procura, anche dal legale della figlia dei due, l’avvocato Simona Corbellini, contro l’uomo, assistito invece da Mauro Pontini. Un esposto è stato avanzato in questura in luglio per inadempimento del provvedimento del giudice. La madre aveva chiesto al giudice tutelare di negare il documento valido per l’espatrio e, se mai ne fosse esistito uno, di revocarlo. Ad agosto il ragazzo era qui. La polizia municipale ha cercato di parlargli, ma lui è riuscito a partire.

Una seconda denuncia è stata presentata per falso. Secondo il legale, la firma sul documento di identità valida per l’espatrio non è della madre (occorrono le sigle di entrambi i genitori). Il documento, rilasciato dall’Ufficio anagrafe, aveva anche la firma della madre, ma la donna non l’ha riconosciuta come propria.

Infine, la terza denuncia riguarda l’ipotesi di reato di sottrazione di minori. Il ragazzo studia alle superiori, ma all’inizio dell’anno scolastico non c’era, senza che né la madre né i nonni sapessero dove fosse. La madre accusa così l’uomo - i due sono separati da sette anni – di aver impedito l’esercizio della pari potestà, così come stabilito dal Tribunale.

Ma la rabbia dei nonni, che si era rivolta soprattutto contro i Servizi sociali, ha trovato una sponda nella procura. Durante una delle proteste, infatti, i due erano stati ricevuti dal procuratore capo Salvatore Cappelleri che aveva voluto sentire la loro versione dei fatti.

Ma la vicenda si è ingarbugliata ancora di più quando la madre voleva attivare il Telefono azzurro internazionale per applicare la protezione dell’Aia per i minori. La madre chiede i moduli al ministero della Giustizia, che, però, risponde: il ragazzo è affidato ai Servizi sociali, sono loro a dover presentare la pratica.

“Sono convinta – ha affermato l’avvocato Corbellini - che le denunce, fondate e circostanziate, presentate avranno i dovuti riscontri da parte della magistratura e degli organi competenti”.

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