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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Qualità della vita, per "ItaliaOggi" Piacenza perde cinque posizioni: è ventesima

Il quotidiano "ItaliaOggi" assegna il ventesimo posto al capoluogo piacentino nella classifica della qualità della vita delle città italiane. Dodici mesi prima Piacenza era quindicesima

Tempo di classifiche per Piacenza. Il quotidiano "ItaliaOggi" pubblica la sua classifica della qualità della vita, riferita ai capoluoghi di provincia del nostro Paese. La graduatoria relativa al 2017, ricerca curata dal dipartimento di statistiche economiche dell’Università La Sapienza di Roma per ItaliaOggi, con il supporto di Cattolica Assicurazioni, vede Piacenza perdere cinque posizioni rispetto a dodici mesi fa. Oggi Piacenza è ventesima, nel 2016 era quindicesima. Bolzano (prima) e Trento (seconda) sono in testa alla classifica, chiude Trapani. La classifica prende in considerazione diversi parametri: tenore di vita, sistema sanitario, ambiente, criminalità, tempo libero, popolazione, disagi sociali, servizi finanziari e scolastici. Tra i nostri "vicini", Parma è al settimo posto (una posizione in meno rispetto al 2016), Modena 14esima (prima 21esima), Reggio Emilia 15esima (perde una posizione), Cremona 26esima (prima era 24esima). Lodi è subito dopo di noi al 21esimo posto (nel 2016 era al 23° posto). 

Per quanto riguarda gli affari e il lavoro, Piacenza è al 23° posto. Nell'ambiente è 25°, i dati sulla criminalità ci vedono al 69°, mentre nel 2016 eravamo 83esimi (Bologna è ultima in questa classifica, anticipata da Milano e Rimini). Siamo al 37° posto per quanto concerne i disagi sociali (eravamo al 31 un anno fa). Siamo solamente 80esimi sui dati relativi alla popolazione, ma siamo al 93° (su 110) per "morti ogni cento abitanti" e 23esimi per immigrati ogni 100 abitanti. 

Per tenore di vita la ricerca ci vede al 16esimo posto. Siamo ai vertici per i servizi finanziari e scolastici con un buon quarto posto. Il nostro sistema sanitario è valutato al 62esimo posto. Siamo, infine, 39esimi nel tempo libero (turismo, cultura, cinema, palestre, associazioni, alberghi, agriturismi)

Il "Sole 24 Ore" ci vede invece, complessivamente, al 35esimo posto. 

ALCUNE CONSIDERAZIONI DI "ITALIAOGGI"

"Si conferma - riporta ItaliaOggi - che il benessere non abita nei grandi agglomerati urbani. Ai primi posti si trovano infatti solo città di piccole e medie dimensioni, tanto che per trovare un capoluogo di regione bisogna scendere fino alla trentasettesima posizione, occupata da Firenze, che non è certo una megalopoli. E qualcosa vorrà pur dire se tutte le città più grandi (Roma, Milano, Torino, Napoli e Palermo) ristagnano nella seconda parte della classifica, anche se Roma, pur collocandosi 67ª, fa un bel balzo in avanti di ventuno posizioni. Volendo scendere un po’ più in profondità nell’analisi si può rilevare che molte province italiane mantengono o consolidano le loro posizioni di vertice pur in assenza di grandi performance nelle dimensioni strettamente economiche. Bolzano, per esempio, si è classificata nel gruppo uno (ciò nel gruppo dei virtuosi), in sei dimensioni su nove. L’unica dimensione nella quale è nel gruppo quattro (il peggiore di tutti) è il tenore di vita, a dimostrazione che si può avere una ottima qualità della vita anche con dati reddituali non eccelsi. Nel caso concreto Bolzano, è finita nel gruppo quattro a causa soprattutto di valori immobiliari molto alti e affitti molto cari (entrambi valori negativamente associati con la qualità della vita). In altre piccole e medie province si ottengono buoni risultati in termini di qualità della vita, anche senza grandi risultati in termini economici, a dimostrazione che le realtà minori dimostrano spesso buone doti di flessibilità e capacità di adattamento anche a situazioni difficili. Al contrario, nelle grandi aree urbane la qualità della vita è bassa anche perché c’è un minor dinamismo rispetto alle piccole province, nel senso di capacità di reazione (resilienza) alla crisi. Altra tendenza interessante sembra essere l’attenuazione della polarizzazione territoriale tra Nord e Sud. Alcune province dell’Italia meridionale e insulare si sono infatti classificate nel gruppo due e tre, specialmente in Sardegna. Viceversa nel Nordovest abbiamo diverse province che si sono posizionate nelle parti basse della classifica, come Imperia, Torino, Genova, Savona e Alessandria, tutte oltre la 70ª posizione. Una situazione che vede tra le sue cause alcuni processi di ristrutturazione produttiva. Nel Nordest la peggiore posizione è quella segnata da Trieste, 70ª. Al Sud e nelle isole è facile rilevare che le province che dimostrano una migliore performance sono quelle che sono più coinvolte nell’attività di ricezione turistica". 

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