«Qui portavamo a giocare il piccolo Luca». Paola e Andrea Albanese donano il 500esimo defibrillatore
Grande gesto di solidarietà dei genitori del bimbo scomparso tragicamente il 4 giugno del 2013: l'apparecchio salvavita è stato installato nei giardini di via Ottolenghi
Ancora più capillare la rete dei defibrillatori. Il 500esimo apparecchio è stato donato dai genitori di Luca Albanese . Quando una persona cade a terra per un malore improvviso, anziano o giovane che sia, la battaglia da vincere è soprattutto il tempismo. Per questo è di estrema importanza la rete territoriale di defibrillatori che questa mattina, sabato 26 aprile, è stata potenziata dal 500esimo apparecchio defibrillatore della nostra provincia (il 222 in città). L’apparecchio è stato donato dalla famiglia di Luca Albanese il bambino di due anni deceduto il 4 giugno dello scorso anno sull’auto parcheggiata davanti alla ditta Copra di Borgoforte, dove il padre Andrea Albanese era al lavoro. L’apparecchio va a presidiare il sempre affollato parco giochi Favari di via Ottolenghi (Zona Chiesa San Giuseppe Operaio).
Alla cerimonia di consegna hanno presenziato autorità civili e militari, operatori del Progetto vita e una folta rappresentanza del volontariato che da oltre quindici anni è impegnato nella prevenzione della morte cardiaca improvvisa e tanta parte ha avuto nella affermazione della iniziativa che ha elevato Piacenza a prima città in Europa cardioprotetta.
«La cerimonia di oggi – ha detto il sindaco Paolo Dosi – è un ulteriore tassello al quadro della sicurezza di tipo sanitario e di cultura del quale la città è particolarmente fiera; la donazione dei coniugi Albanese e la collocazione in questa che è una naturale area di presenza e giochi di bambini, è carica di significato perché testimonia che il ricordo di un evento luttuoso diventa messaggio di speranza di vita».
«Qui - hanno aggiunto i genitori di Luca, Paola e Andrea - portavamo spesso il nostro bambino; ci è sembrato quindi naturale significare in questo modo la nostra vicinanza a Progetto Vita. Il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani ha presentato la targa “Comune cardioprotetto”, proponendone l’adozione sulle strade di ingresso dei paesi piacentini.
Il Progetto Vita a Piacenza è stato il primo progetto Europeo di Defibrillazione precoce sul territorio, realizzato per prevenire la morte improvvisa dovuta ad arresto cardiaco. E' stato ideato nel 1998 dal prof. Alessandro Capucci e dalla dot. Daniela Aschieri ed è stato realizzato grazie al contributo di medici, infermieri e volontari dell' associazione "Il Cuore di Piacenza" onlus, costituita per la raccolta fondi a sostegno del progetto che consiste nella realizzazione di una rete di "defibrillatori semiautomatici o automatici" dislocati in punti strategici della città e della provincia di Piacenza e utilizzati da personale non sanitario.
L'obiettivo è quello di intervenire con un defibrillatore entro i fatidici "5 minuti d’oro” dall'insorgenza dell'arresto cardiaco in attesa dell'arrivo dell'ambulanza.
L'arresto cardiaco è un problema sociale, una vera epidemia silenziosa che colpisce ogni anno 1 persona ogni 1000 abitanti, il che significa 1 persona ogni 8 minuti in Italia. Ogni anno in Italia 73.000 persone subiscono un arresto cardiaco improvviso, e le percentuali di sopravvivenza sono ancora estremamente basse.