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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Picchiata perché si distrae durante le preghiere, genitori denunciati

Nei guai due genitori ucraini di religione ortodossa che sono stati rinviati a giudizio per maltrattamenti aggravati. Avrebbero picchiato e insultato ripetutamente la figlia 12enne colpevole di essersi distratta durante le preghiere quotidiane. Le indagini sono state condotte dalla sezione Minori della Squadra Mobile

Insulti, strattonamenti, tirate di capelli, schiaffi perché si distraeva durante le preghiere quotidiane. Questo avrebbe subìto per mesi una 12enne ucraina residente in città, da parte dei suoi genitori che sono ora stati rinviati a giudizio con l'accusa di maltrattamenti aggravati in famiglia. Tutto ha avuto inizio diverso tempo fa quando la ragazzina si era presentata a scuola con le braccia piene di lividi, la maestra preoccupata aveva immediatamente cercato di capire cosa fosse successo parlandole, e poi aveva preso contatti con la polizia, in particolare si era attivata la sezione Minori della Squadra Mobile. Sono iniziate le indagini, i colloqui con la 12enne e una serie di accertamenti e protocolli previsti in situazioni in cui sono coinvolti minori. Gli agenti hanno scoperto, anche grazie alle telecamere posizionate nell'abitazione della ragazzina, che lei e il fratello, più giovane di un anno, venivano educati in maniera molto rigida e che durante le preghiere di rito ortodosso, la giovane si distraeva e per questo veniva picchiata e ripresa in malo modo. Al termine delle indagini coordinate all'epoca dal pm Michela Versini, i genitori, due 35enni ucraini, erano stati rinviati a giudizio. Durante i colloqui anche con i servizi sociali, la giovane avrebbe raccontato in un episodio, di essere stata presa a cinghiate dal padre, e i segni che aveva sulla schiena erano compatibili con quel tipo di violenza. Ciò non era emerso però dalle intercettazioni ambientali. «L'educazione particolarmente rigida che i due ucraini avevano deciso di impartire ai due figli alza il velo su tematiche molto delicate che confluiscono nei reati culturalmente orientati. Si tratta di tutti quei comportamenti che nei paesi di provenienza non costituiscono reato, ma nel nostro paese assolutamente sì», spiega il dirigente della Squadra Mobile, Salvatore Blasco. 

LA SEZIONE MINORI DELLA SQUADRA MOBILE - Il lavoro della seconda sezione è un lavoro continuo e costante spesso fatto nell'ombra per tutelare le vittime sotto i 18 anni di abusi da parte di adulti. Nel 2015 sono stati 11 i casi di violenza sessuale trattati dagli agenti, mentre dall'inizio del 2016 sono 5 le situazioni finite sotto la lente degli inquirenti. Venticinque invece i casi totali trattati nel 2015, 10 totali invece quelli da gennaio 2016. La delicatezza dei temi, la vulnerabilità delle vittime impongono una professionalità e una serietà enormi da parte degli operatori. Fondamentale la collaborazione tra gli agenti della sezione Minori, le famiglie, la scuola, gli ambienti sportivi e religiosi che costituiscono degli avamposti privilegiati nell'osservazione dei bambini e ragazzini e dei loro eventuali disagi. 

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