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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

«Droga alla guida» bagarre giudiziaria con i carabinieri: assolto

Avventura giudiziaria per un piacentino di 40anni. Fermato a Lodi era stato denunciato dopo il test per gli stupefacenti, ma lui non era alla guida in quel momento

Doppia assoluzione per un piacentino di 40 anni protagonista di una lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto anche processato, e poi assolto, per calunnia nei confronti dei carabinieri.

La vicenda era cominciata due anni fa quando l’uomo venne invitato a sottoporsi a un test per scoprire se nel suo sangue c’erano degli stupefacenti. L’uomo si trovava al pronto soccorso di Lodi dove aveva portato la propria compagna che stava male. I due erano stati scortati dai carabinieri, intervenuti nell’appartamento di Lodi dove la donna aveva accusato un malore, sembra legato all’uso di stupefacenti.

Dopo un po’ che i due sono al pronto soccorso, i militari avevano notato che l’uomo si comportava in modo strano e decidevano di fargli fare il test per l’accertamento della presenza di narcotici nel suo sangue. Lui accettò. L’uomo risultò positivo e scattò la denuncia per guida sotto l’effetto di stupefacenti. Si arrivò così al processo e il 40enne, assistito dall’avvocato Sisto Salotti, fu assolto. Le tracce di droga riscontrate sull’uomo sono state rilevate non mentre lui era alla guida di un mezzo, come stabilisce il Codice della strada, ma solo molto tempo dopo, al pronto soccorso, quando non era più al volante. Il 40enne, però, volle chiedere giustizia per quel processo “immeritato” e denunciò i due carabinieri lodigiani per falso.

Nuova inchiesta e nuova udienza, davanti al giudice di Lodi. Anche in questo caso, i due militari furono assolti dall’accusa di falso. Il tormentone giudiziario non finì qui. La palla tornò nel campo del piacentino, perché il 40enne venne a sua volta denunciato per calunnia.

Il processo si è tenuto a Piacenza, perché la denuncia di falso era stata preparata dall’avvocato Salotti e quindi la competenza era del Tribunale piacentino. La causa finisce davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Bersani e al pubblico ministero Emilio Pisante. Nessuna calunnia, secondo il giudice, l’uomo ha solo esercitato il diritto di presentare una denuncia.

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