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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cortemaggiore / Via Cavour

Respinto al colloquio di lavoro va a rapinare la banca a Corte. Arrestato

In manette un pregiudicato milanese di 37 anni e il suo complice 40enne. I due avevano assaltato, armati di taglierino, la Cariparma di Cortemaggiore il primo aprile del 2010. Il 37enne aveva terminato un colloquio in una ditta

«Non fare il furbo perché rapino banche da 20 anni e so come funziona». Lo aveva detto uno dei due banditi che il primo aprile del 2010 avevano assaltato, in maniera decisa e determinata armato di taglierino, la Cariparma a Cortemaggiore, racimolando però solo mille euro i contanti dalle casse perché le due casseforti erano vuote. I due banditi sono stati ora arrestati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza che hanno eseguito le due ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip di Milano, visto che per arrivare nel Piacentino, poco prima della rapina, avevano pensato di prendere con la forza la Mini Cooper di una giovane milanese che stava andando a lavorare nel capoluogo lombardo.Si tratta di due milanesi: V.G. di 37 anni (rapinatore di lungo corso, quello che ha pronunciato quella frase nei confronti di un impiegato che tentennava nell'eseguire i suoi ordini) e di M.R. di 40 anni.

Colpo alla Cariparma di Corte, rapinatori arrestati ©ilPiacenza

Il capitano Rocco Papaleo, che ha guidato le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, ha spiegato che curiosamente il 37enne si trovava in provincia di Piacenza già dal giorno prima della rapina. «Infatti - dice l'ufficiale - il 31 marzo aveva sostenuto un colloquio di lavoro per un posto da magazziniere in una ditta di logistica della zona, ma era stato respinto». Dunque, andata male con il lavoro legale, il milanese ha optato per quello illegale, sicuramente più redditizio ma molto più pericoloso, visto che non aveva fatto i conti con i carabinieri piacentini. I quali, subito dopo la rapina, si erano messi al lavoro sui fotogrammi ripresi dalle telecamere a circuito chiuso, riuscendo in breve a identificare prima il 37enne (proprio perché già ampiamente noto alle forze dell'ordine) e successivamente anche il complice. Dopo qualche settimana di indagini avevano raccolto già sufficienti elementi per ottenere dal gip l'ordinanza di custodia cautelare.«Tuttavia - conclude Papaleo - sospettiamo che poetesse esserci anche un terzo complice che li attendeva all'estremo della banca a bordo dell'auto. Sicuramente su entrambi pendono capi di imputazione anche per numerose altre rapine avvenute in quel periodo tra l'Emilia e la Lombardia».

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