Colpo alla gioielleria Silva in via XX Settembre, assolto un colombiano
L’uomo non è stato riconosciuto dai testimoni. La complice, una donna, è stata invece condannata a tre anni per furto. Nel 2010 vennero rubati gioielli per decine di migliaia di euro. E' stata usata la stessa tecnica anche in altre gioiellerie del Nord Italia
Una condanna e un’assoluzione per il furto da decine di migliaia di euro messo a segno nell’arile del 2010 alla gioielleria Silva, in via Venti Settembre. Un colombiano è stato assolto dal giudice Ivan Borasi, mentre la presunta complice, una connazionale, è stata condannata a tre anni. I due erano accusati di furto. A far assolvere l’uomo, irreperibile, è stata la determinante dichiarazione di un testimone che non ha riconosciuto l’uomo. E così l’avvocato difensore Elena Vincini ne ha chiesto l’assoluzione. La condanna, invece, chiesta dal pm Gerardo Guidone, è arrivata per la donna – già espulsa dall’Italia - assistita da Angelo Rovegno.
Il 10 aprile 2010, nel mirino di una gang di sudamericani, specializzato in questo tipo di furti, finirono in due negozi piacentini: le gioiellerie Silva e Neri. Identico il modus operandi della banda: entrare nel negozio, creare confusione, distrarre gli addetti e arraffare quanto più possibile. Una tecnica, scoprirà in seguito la polizia, utilizzata in altre gioiellerie del Nord Italia. La scusa è quella classica: chiedere di vedere gioielli per un regalo. Così ha fatto il primo uomo usato come esploratore. Appena lui esce, ecco che entra una coppia. Stessa richiesta e verifica di chi c’è nel negozio, se esistono sistemi di allarme e altro. I due si dividono: una parla con il proprietario, l’altro con la parente del titolare.
Si devono sposare. E così, il titolare apre la cassaforte. In quel momento entra un’altra persona, sempre della gang, che comincia a creare confusione. Poi arrivano gli altri. La cassaforte è rimasta aperta e qualcuno allunga la mano rubando ciò che gli capita a tiro: collane a maglie, bracciali d’oro. Poi, la fuga. In un attimo, i gioiellieri si accorgono di ciò che è accaduto e chiamano il 113. Una Volante fa salire la parente del titolare perché li ha visti bene in volto. E’ in atto la perlustrazione quando dalla centrale operativa, i poliziotti vengono avvertiti di un tentativo di furto alla gioielleria Neri, sventato dal titolare.