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Cronaca

Restaurati i ritratti del Cardinale Alberoni e di san Vincenzo De Paoli

Arricchiscono il percorso artistico della Galleria del Collegio di San Lazzaro: il restauro è stato finanziato dai Cavalieri della Reale e Ducale Casa di Borbone Parma e realizzato da Davide Perazzi

Da domenica 8 marzo 2015, il percorso guidato alla Galleria Alberoni comprenderà la visione di due preziosi dipinti recentemente restaurati a cura dell’Associazione dei Cavalieri della Reale e Ducale Casa di Borbone Parma. L’Istituto, che tra gli scopi sociali annovera iniziative di cultura e solidarietà, aveva accolto la segnalazione del conte Carlo Emanuele Mandredi sulla opportunità dell’intervento. I ringraziamenti e la soddisfazione dell’Opera Pia Alberoni per l’iniziativa in sé e per com’è riuscita, sono stati manifestati nel corso della conferenza stampa di presentazione del ritorno dei dipinti, da Giorgio Braghieri e dal rettore padre Erminio Antonello al presidente dell’Associazione conte Orazio Zanardi Landi, il quale ha richiamato la vocazione delle famiglie associate, a essere una significativa presenza per la comunità di appartenenza, sia nell’arte che nel sociale.

RITRATTOALBERONIgertrudemalvicini (Copia) (2)-2Il prof. Alessandro Malinverni in veste di storico dell’arte. ha presentato in modo conciso, ma esauriente le due opere; il ritratto di San Vincenzo de Paoli, databile al primo ventennio del XIX secolo (desumibile dalla tipologia di materiali originali in opera come il tessuto e la preparazione) e quello raffigurante il Cardinale Giulio Alberoni, databile invece al XVIII secolo. Questa galleria - ha detto Malinverni - custodisce veri capolavori; le opere ora presentate sono derivazioni, ma non per questo meno importanti perché, oltre essere particolarmente curate nei particolari e negli elementi che caratterizzano le figure, aiutano a capire l’importanza della prima opera.

Davide Perazzi - protagonista del restauro, ha eseguito gli interventi sul posto e con tutte le fasi monitorate dalla dottoressa Nicoletta Agazzi ispettrice di zona della Soprintendenza di Parma-Piacenza. Per quanto riguarda il ritratto di San Vincenzo de Paoli – ha spiegato il restauratore - l'opera in passato, aveva già subito un pesante intervento di restauro. In tale occasione fu applicata in modo inappropriato e con quantità eccessiva di colla, una foderatura in cotone sul retro che portò ben presto a un’eccessiva rigidità generale del manufatto. Lo stesso restauratore (ma più probabilmente pittore) dopo aver stuccato tutte le lacerazioni e lacune, in modo anche da coprire parte del colore originale, fece un ritocco ad olio totalmente debordante e ricostruttivo dell'opera rifacendone di sua invenzione ben il 90%; per questo motivo al nostro sguardo, prima del restauro attuale, il dipinto risultava totalmente alterato e di scarsa qualità.

“Il lavoro e le operazioni di ripristino che ho eseguito, sono serviti per ripristinare
completamente la policromia originale rimettendo in luce tutte le campiture e i colori applicati originariamente. Sono state asportate tutte le ridipinture, le stuccature debordanti e la vernice superficiale, é stata tolta la foderatura sul retro, chiuse le lacerazioni con resina termoplastica per restauro tessile e applicata una nuova

foderatura di rinforzo adatta alla tipologia di manufatto.

RITRATTOSANVINCENZOanonimoXVIIISECOLO (Copia) (2)-2L'altro dipinto, quello raffigurante il Cardinale Giulio Alberoni, databile invece al XVIII secolo, mostrava una situazione migliore. L'opera aveva già avuto in passato un intervento radicale di restauro, ma in modo più appropriato e rispettoso con ogni probabilità attorno al 1868. Il restauratore eseguì una foderatura impiegando una tela in lino di buona qualità per ovviare al problema di una grossa lacerazione presente nel supporto tessile originale, causata probabilmente da un colpo accidentale. Sulla stessa foderatura riportò la dedica che l'autrice del dipinto Gertrude Malvicini Fontana Mandelli fece all'amico Cardinale Giulio Alberoni e che lo stesso restauratore vide probabilmente sulla tela originale prima che la coprisse con il nuovo supporto. Anche la stuccatura e i ritocchi che realizzò in corrispondenza del lungo taglio – ha concluso Perazzi - furono eseguiti in modo ottimale e preciso con materiale di buona qualità che non ha subito alterazioni nel corso degli anni.

In questo caso quindi, ho effettuato un minimo intervento, asportando la vernice

superficiale alterata e ingiallita ripristinando le piccole cadute di colore con stuccatura e ritocco. AI termine anche in questo caso ho applicato una verniciatura a nebulizzazione. In entrambi i casi sono state restaurate e ripristinate le cornici in legno ad argento meccato, ripulendole dallo sporco superficiale, stuccando e ritoccando le lacune.

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