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Cronaca

Salerno: così ci siamo divisi 15mila euro Cantarelli: non è vero, non ho preso soldi

Processo Filosa. I due sindacalisti Cisl in Tribunale. L’ex segretario: l’imprenditore milanese Fumagalli voleva conoscere chi gli poteva dare “protezione”

“Così abbiamo preso quei 30mila euro: metà sono andati a Filosa e l’altra metà ce la siamo divisa io e Cantarelli”. Gianni Salerno, ex segretario della Cisl, ha raccontato in Tribunale questa mattina, 2 aprile, i rapporti che intercorrevano fra lui e l’ex direttore della Direzione del lavoro, Alfonso Filosa.

“No, non ho preso soldi. Ho solo passato una busta sigillata che mi era stata data da Fumagalli”. A negare quanto detto dal suo “ex capo” è stato Giorgio Cantarelli, anche lui sindacalista Cisl, ex segretario nel 2007 del settore chimico-energetico.

Il processo Filosa - l’ex direttore è accusato di corruzione (avrebbe preteso denaro in cambio di informazioni sui controlli dell’Ispettorato del lavoro) insieme con l’imprenditore di origine svizzera Morgan Fumagalli che a Milano gestiva una serie di cooperative di servizi - si è arricchito così di altre testimonianze. I due sindacalisti (hanno già patteggiato le loro posizioni) sono stati sentiti come testimoni. Il pm Antonio Colonna ha chiesto loro di ricostruire i rapporti intrattenuti da loro con Fumagalli e Filosa tra il 2006 e il 2009. Salerno - in una deposizione chiara e anche sofferta - ha cominciato ricordando che conosceva Filosa dagli Anni 80. I rapporti con la Cisl non erano buoni, ha raccontato, tanto che l’ex segretario Sandro Busca andò a Roma per cercare di impedire che Filosa divenisse direttore della Direzione del lavoro. Fumagalli, invece, venne presentato a Salerno da Cantarelli: “Voleva conoscere persone del nostro territorio che avrebbero potuto offrirgli una protezione, garantirgli una tutela”.

Ci fu poi un pranzo, con Fumagalli, Salerno, Cantarelli e Filosa. L’imprenditore milanese chiese tutela e Filosa si offrì di fare una finta ispezione alla sua cooperativa, che aveva un appalto alla Lpr. “Il presupposto di Filosa - ha detto Salerno ai giudici - era che ci fosse un tornaconto economico”. Venne fissata una cifra. Salerno andò da Cantarelli, che conosceva bene Fumagalli, e gli disse che cosa voleva Filosa. Cantarelli, allora, “stabilì la cifra di 30mila euro: metà li diamo a Filosa e metà li teniamo noi (7.500 euro a testa, ndr)”. Il denaro sarebbe stato versato in due tranche: una venne data a Filosa nel parcheggio della Direzione del lavoro, l’altra in un bar. “Ricordo che Filosa si lamentò che l’importo era modico” ha affermato Salerno.

L’ex segretario Cisl ha ricordato come Filosa una volta gli disse che avrebbe voluto scrivere ai vertici dell’Arma una lettera critica sull’operato dei carabinieri dell’Ispettorato del lavoro, ma che lui lo sconsigliò. “Penso che i rapporti con i carabinieri non fossero buoni” ha detto Salerno.

Più intricata la deposizione di Cantarelli, che ha fatto arrabbiare Michele Passarella, avvocato di Fumagalli. Cantarelli aveva conosciuto Filosa alla fine del suo mandato, nel 2007. Fumagalli chiese a Cantarelli di parlare con qualcuno per un parere tecnico sulle ispezioni. Il sindacalista contattò così Salerno e arrivò a Filosa. Al famoso pranzo, secondo Cantarelli, non si parlò di “protezioni” ma solo di consulenze tecniche sulla condotta da tenere in caso di ispezioni. La consulenza di Filosa, ha detto Cantarelli, “ho sentito dire che sarebbe stata ripagata attraverso la società della figlia dell’ex direttore del Lavoro”.

La busta famosa, con il denaro, sarebbe stata consegnata da Cantarelli a Salerno: “Pensavo ci fossero documenti e anche qualcos’altro”. Il presidente del collegio giudicante, Italo Ghitti, ha chiesto a Cantarelli se non avesse preso nulla, cioè i 7.500 euro, e lui ha risposto: “No. Se mi fossero stati offerti li avrei rifiutati”. Colonna allora ha chiesto che nelle dichiarazioni ai carabinieri, Cantarelli disse “che la consulenza per Filosa secondo Fumagalli era elevata ed era costata 30mila euro”. Cantarelli ha replicato: “Fumagalli era un tipo difficile da capire”.

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