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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Giorgio Piacentino / Località San Damiano

San Damiano potrebbe vivere anche senza il 50esimo stormo

Per l'aeroporto militare piacentino l'Aeronautca non parla ancora di dismissione. Se il trasferimento dei tornado a Ghedi si avvicina, la struttura potrebbe trovare un nuovo reimpiego, come accadde a Trapani

Se il 155° Gruppo “Pantere Nere” andrà a Brescia, non è detto che l’aeroporto militare di San Damiano cesserà di esistere. Una ricchezza del genere, nonostante i problemi avuti in passato con le popolazioni di alcuni centri vicini alla base, non dovrebbe essere dispersa. Il 50° Stormo, secondo il sottosegretario alla Difesa, Filippo Milone, dovrebbe chiudere i battenti entro il 2015. L’affermazione è contenuta nella risposta data al deputato pdl Tommaso Foti.

Con la partenza dello Stormo, la nostra provincia avrebbe un contraccolpo economico: oltre 800 persone operano nella base, molti hanno comprato casa nei paesi vicini, e l’indotto non manca. Foti, anche per questi motivi, ha lanciato un appello per formare un fronte comune che si batta contro lo spostamento dello Stormo.I Tornado Ecr (usati per le missioni Sead, soppressione delle difese aeree, banalmente la “guerra elettronica”), secondo il Governo sempre più armato di forbici, dovrebbero essere accentrati a Ghedi, sede del 6° Stormo insieme con i Tornado Ids (cacciabombardieri, anche se di recente ammodernati con sistemi avanzati di navigazione).

Questo a causa della riduzione dei costi, delle economie di scala nell’ambito della logistica, della manutenzione e delle logistica, e dei velivoli e anche per il futuro arrivo degli F35. Comunque, in ambito militare, parafrasando 007 “mai dire mai”. Le evoluzioni del quadro geopolitico e la nascita di focolai di crisi inattesi in ambito internazionale, fanno sì che ciò che non si ritiene utile oggi, possa diventare necessario domani.

E’ stato il caso dell’aeroporto di Trapani, inserito nell’elenco di quelli da chiudere, ma diventato strategico nella crisi libica. Un evento che ha fatto tornare l’Aeronautica militare sui suoi passi. E L’Aeronautica non ha parlato, per il caso di San Damiano, di dismissione anche dell’aeroporto. Insomma, il patrimonio di infrastrutture va tutelato e il suo eventuale abbandono va ben ponderato.

Il Capo di Stato Maggiore, il generale di Squadra aerea Giuseppe Bernardis, in una intervista alla rivista Air Press, nel novembre 2011, ha parlato anche dei tagli alla Difesa: «Riteniamo che i programmi che abbiamo in cantiere siano tutti quanti modulabili e gestibili con le risorse che verosimilmente si presenteranno. Probabilmente si tratterà di decidere quanto slittamento dare a certi programmi, in ogni caso pensiamo di non aver fatto investimenti che eccedano le capacità di gestione del Paese e siamo consci del fatto che non possiamo andare oltre quello che ci verrà dato. Siamo tuttavia convinti che se riusciamo a mantenere la qualità, talvolta anche a scapito della quantità, siamo sulla strada giusta».

Resta un po’ di sconcerto per un aeroporto storico del nostro territorio pronto a essere svuotato della sua ragione d’essere: gli aerei. In particolare, i Tornado hanno fatto parte dei primi reparti militari che hanno partecipato alla prima grande missione fuori area dalla fine della Seconda guerra mondiale: l’intervento in Iraq nel 1991. Ma a preoccupare non sono solo le gesta dei piloti, quanto il patrimonio di professionalità ed esperienza acquisito nella guerra elettronica, un patrimonio che in Europa vantano solo gli italiani e i tedeschi.

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