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Cronaca

Santa Chiara, una visita guidata alla chiesa sullo Stradone Farnese

La Soprintendenza per le province di Parma e Piacenza, in collaborazione con la Diocesi di Piacenza-Bobbio, organizza l’apertura straordinaria della chiesa Santa Chiara sullo stradone Farnese, giovedì 9 luglio 2015 alle ore 17

La Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza, in collaborazione con la Diocesi di Piacenza-Bobbio, organizza l’apertura straordinaria della chiesa Santa Chiara sullo stradone Farnese, giovedì 9 luglio 2015 alle ore 17, con una contestuale visita guidata dall’architetto Camilla Burresi in collaborazione con l’architetto Lorenzo Bruschi direttore dei lavori e le restauratrici Arianna Rastelli e Roberta Ferrari e con l’intervento della dott.ssa Anna Còccioli Mastroviti. L’equipe illustrerà i lavori in corso riguardanti la messa in sicurezza e il restauro di parte delle superfici affrescate interne, il restauro delle coperture del complesso e il contemporaneo approntamento di opere di consolidamento e miglioramento antisismico della struttura nell’ambito dell’odierna teoria e tecnica del restauro conservativo dei beni architettonici di interesse storico-artistico. 

Le vicende storiche della chiesa di Santa Chiara, ricostruita nel Seicento in fregio alla strada Gambara, meglio noto come stradone Farnese, e parte di un antico complesso monastico attestato dal XIII secolo dalle fonti e da una ricca documentazione d’archivio, sono ripercorse dalla dott.ssa Còccioli Mastroviti che illustrerà al pubblico anche l’apparato pittorico illusionistico che riveste l’interno della chiesa, straordinaria testimonianza della pittura tardo barocca in città. 

Le visite pastorali e, in particolare, le visite di monsignor Castelli – si legge in una nota della Soprintendenza - ci testimoniano una chiesa ricca di arredi e abitata da 31 monache. La situazione si modifica in età napoleonica e con la soppressione, anche a Piacenza, di numerosi conventi. Ma questa è storia più recente. 

La chiesa di Santa Chiara deve infatti il suo attuale aspetto e l’impianto a croce greca, alla ricostruzione su una precedente struttura, avvenuta all’inizio del XVII secolo, all’epoca del vescovo monsignor Claudio Rangoni, come ci confermano i  patti rogati dal notaio M. Antonio Lunini con i mastri Matteo e Paolo Bergamaschi. I lavori si protrassero per tutto il primo decennio e oltre del Seicento. La sfarzosa e ancora poco nota decorazione dell’interno, con prospettive architettoniche arricchite da balconcini bombati impreziositi dalla presenza di vasi di fiori, statue monocrome e amorini festosi, amplia illusivamente lo spazio altrimenti circoscritto della chiesa. Non è escluso che l’architettura dell’inganno che riveste le pareti della chiesa sia opera di un quadraturista dell’ambito dei Natali, Giuseppe, Francesco e G. Battista, celebri decoratori attivi a Piacenza nelle chiese di Santa Teresa sul corso e delle teresiane sullo stradone Farnese, forse quell’Antonio Contestabili (1716-1790), nipote di Francesco Natali, che lavorò soprattutto fuori Piacenza e, in particolare, nelle dimore nobiliari di Pontremoli. 

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