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Cronaca

Scuole, Calza: «Pensiamo a farle iniziare prima a settembre e chiuderle in inverno»

Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni del vicepresidente della Provincia Patrizia Calza in merito alla ventilata ipotesi di rivedere spazi e orari delle scuole superiori, a fronte dei tagli alla Provincia di Piacenza, che ha ancora in dote questa funzione

«Come è noto l’Amministrazione Provinciale – spiega in una nota il vicepresidente Patrizia Calza - trovandosi nella necessità di ridurre la spesa, ha annunciato di voler ridurre anche i costi legati al riscaldamento degli Istituti Scolastici. Le sollecitazioni pervenute da alcuni Dirigenti scolastici ma soprattutto, il contenuto della nota congiunta dell ‘Ufficio Scolastico Regionale e dell’ Assessore della Regione Emilia Romagna Prof.Bianchi ,che leggo dalle pagine del quotidiano locale, per invitare le Province e le Scuole a valutare con prudenza l’ipotesi di chiusura al sabato , ricordando, tra l’altro, che “ la questione attiene in parte significativa alle competenze delle istituzioni scolastiche in materia di organizzazione del servizio ..” e che il criterio “unico e sufficiente” posto a base delle decisioni non deve essere quello “di conseguire risparmi di spesa “ in quanto le scelte devono essere tese a rispondere a “ specifiche, motivate, diffuse e condivisibili esigenze dell’utenza, tese a migliorare l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico offerto” mi inducono a formulare queste brevi considerazioni:


1) Come è noto, la proposta delle Province trova le sue radici nella necessità di rispondere ai tagli di risorse, di circa 15 milioni di euro, derivanti dai più recenti provvedimenti governativi, tra i quali la Legge di Stabilità. La chiusura al sabato degli Istituti Scolastici comporterebbe un risparmio significativo per spese di riscaldamento.


2) Le perplessità avanzate da taluni Dirigenti Scolastici in merito a possibili ripercussioni negative rispetto alla qualità della offerta formativa meritano attenzione , in considerazione dei diversi programmi e orari di lezione dei vari indirizzi scolastici nonché dell’ubicazione, centrale o periferica dei diversi Istituti;


3) La proposta di chiusura generalizzata degli Istituti Superiori nella giornata del sabato è appunto, come tale, una proposta da valutare e discutere, così come già il presidente Rolleri e il suo staff hanno avuto modo di precisare.


4) Al fine di trovare una soluzione sufficientemente garantista sia delle esigenze didattiche ed educative che di quelle contabili, credo che possa essere utile la formulazione , da parte degli uffici provinciali, in occasione dei prossimi incontri, della indicazione del risparmio che si prevede ed auspica di realizzare in ogni plesso scolastico, attraverso la chiusura degli stessi nella giornata del sabato, chiedendo tuttavia ai Dirigenti di formulare proposte alternative che, salvando la qualità della offerta formativa dei loro Istituti, garantiscano tuttavia lo stesso risultato economico. Tenendo conto che per un corretto calcolo del quadro complessivo dei costi e del risparmio preventivato, si dovranno valutare altresì gli effetti derivanti dall’impatto positivo o negativo di questa o di altre decisioni sul costo del Trasporto Pubblico Locale ;


5) alla Regione che richiama opportunamente le Istituzioni al rispetto delle proprie competenze occorre ricordare che alle Province ,abbandonate dal Legislatore a se stesse, in un incredibile quadro di incertezza normativa e di precarietà economica, potrà essere di grande aiuto una celere individuazione, da parte della Regione , delle funzioni ( e risorse afferenti ) che essa stessa intende avocare a sé o delegare ad altri. Inoltre, poiché il Calendario Scolastico è predisposto a livello regionale, chiederei all’Assessore Bianchi di valutare la possibilità di concedere alle varie Istituzioni Scolastiche il potere di anticipare, in modo discrezionale, l’inizio delle lezioni , in modo da poter prevedere la chiusura delle Scuole in altri periodi dell’anno più esigenti dal punto di vista del riscaldamento. Penso che un tavolo regionale aperto ai rappresentanti delle varie istituzioni coinvolte dal problema possa essere utile. I nostri rappresentanti locali in Regione potrebbero rendersi intermediari in tal senso».

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