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Cronaca

«Se la polizia non rispettasse il contratto di lavoro, farebbe un salto indietro di 30 anni»

Lettera del segretario del sindacato di Polizia Siap: «Come si fa a non rispettare quanto riportato nel contratto da noi firmato se poi noi stessi siamo tenuti a controllare i tempi di guida dei camionisti proprio per garantire non solo la loro sicurezza, ma anche quella degli altri utenti della strada, con sanzioni pesantissime»

Caro direttore
Cosa succederebbe se una pattuglia della polizia dovesse scortare un cuore da trapiantare o una persona, o un bambino, e in quel momento l’autista - che sta effettuando un viaggio  di speranza per qualcuno e di un dramma per qualcun altro - non avesse riposato adeguatamente e perdesse il controllo del veicolo? La sicurezza è un insieme di cose, ed è una cosa seria e va affrontata in prima persona e non dietro la quinte a tirare i fili, perché bisogna metterci la faccia. Una delle conquiste fondamentali e più importanti che il sindacato di Polizia ha ottenuto negli anni, da quando si effettuava il cosiddetto sindacato carbonaro ad oggi, è quello di garantire al lavoratore che espleta servizio esterno – volante in modo particolare - quell’adeguato riposo psicofisico fondamentale per garantire un servizio per la sicurezza degli altri. 

Infatti, nel nostro contratto di lavoro, viene testualmente riportato: “tra un turno e l’altro devono intercorrere almeno 11 ore”. Tale contratto è stato sottoscritto da tutte le sigle sindacali maggiormente rappresentative in quanto consapevoli del fatto che il personale operativo deve necessariamente riposare, soprattutto se nell’effettuare il servizio ordinario e straordinario sono interessate le ore serali notturne. 

Non rispettare questo, soprattutto se a farlo è un sindacato, vorrebbe dire tornare 30 anni indietro nel tempo e delegittimare le conquiste sindacali di chi negli anni per i nostri diritti è finito pure in galera. Come si fa a non rispettare quanto riportato nel contratto da noi firmato se poi noi stessi siamo tenuti a controllare i tempi di guida dei camionisti proprio per garantire non solo la loro sicurezza, ma anche quella degli altri utenti della strada, con sanzioni pesantissime.  

Come si può garantire la sicurezza agli altri se poi non siamo in grado di reggerci in piedi o di guidare in modo efficiente un’auto della polizia con sirena e lampeggiante accesi? Penso che nessun cittadino vorrebbe poliziotti in servizio con un solo occhio chiuso e l’altro socchiuso, anche perché cose del genere sono accadute e a pagare le conseguenze sono stati i colleghi stessi e a volte anche cittadini. Non tutelare certi principi, non tutelare la sicurezza nei luoghi di lavoro che un qualsiasi imprenditore deve rispettare altrimenti le forze di polizia contestano situazioni anche a carattere penale, potrebbe apparire davvero paradossale. 

Quanti imprenditori fanno di tutto per rispettare la sicurezza nei luoghi di lavoro con costi esorbitanti? Non rispettare questo, non difendere questo principio, vorrebbe dire non riconoscere il fatto che il nostro è un lavoro usurante e quindi, sarebbe inutile  scendere in piazza per rivendicare la specificità e tutto quello che comporta anche in termini pensionistici o per maggiori risorse se poi, così come qualche volta accade, facendo leva sui sentimenti dei cittadini, si vuole vendere fumo. Ho sempre sostenuto che le false illusioni, come le bugie, hanno le gambe corte, ma so perfettamente che la ragione e la consapevolezza avranno sempre la giusta considerazione.

Sandro Chiaravalloti
Segretario provinciale Siap

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