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Cronaca

Si Cobas: «La vertenza è tra Usb e Gls, noi non c'entriamo nulla»

«Non accetteremo di essere tirati indebitamente in mezzo a una faccenda che non ci riguarda ma bensì auspichiamo, dopo l’accordo che ha visto anche l'esodo volontario di 17 persone, che i lavoratori riprendano il lavoro il 2 maggio, pretendendo il rispetto degli accordi sottoscritti»

In merito al mancato incontro alla prefettura fra Gls e il sindacato Usb, il Si Cobas piacentino, cui aderiscono 77 su 79 lavoratori impiegati presso l’hub di Montale, rende noto che «declina ogni accostamento o responsabilità per l’incagliarsi della trattativa fra le parti. Come da noi ribadito più volte, il Si Cobas ha concluso la vertenza con il consorzio ed il committente Gls ormai dieci giorni addietro, ottenendo il mantenimento del magazzino a Piacenza e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali». 

«I 33 licenziati aderenti alla Usb, di cui solo una minima parte ha scelto di aderire alla protesta in corso salendo sul tetto del magazzino, non rientravano e non rientrano nella vertenza condotta dal Si Cobas, non risultando fra i lavoratori presenti attualmente in azienda perché già licenziati da mesi al momento dell’apertura della nostra lotta, per motivi disciplinari legati ad atti commessi dentro il magazzino contro i propri colleghi (ci auguriamo che una parte di essi rientri poiché non tutti sono responsabili di atti punibili con provvedimenti disciplinari). Pertanto, se esiste una vertenza fra Usb e Gls non capiamo per quale motivo dovremmo essere coinvolti in quel tavolo di trattativa. Non siamo mossi da sentimenti di rivalsa verso questi lavoratori, anche se talvolta hanno ripetutamente commesso atti contro i nostri iscritti, evidentemente mal consigliati dai loro dirigenti. Quello che sicuramente ci riguarda invece è che Gls non possa pretestuosamente servirsi della loro protesta per rimettere in discussione l’accordo con noi raggiunto e chiudere il magazzino lasciando a casa tutti i lavoratori». 

«Al momento - prosegue la nota -  l’attività è sospesa senza alcun motivo plausibile, e chiediamo pertanto l’immediata ripresa dell’attività lavorativa. Non accetteremo di essere tirati indebitamente in mezzo a una faccenda che non ci riguarda ma bensì auspichiamo, dopo l’accordo che ha visto anche l'esodo volontario di 17 persone, che i lavoratori riprendano il lavoro il 2 maggio, pretendendo il rispetto degli accordi sottoscritti, che prevedono la salvaguardia del posto di lavoro per 79 operai presso il magazzino di Piacenza. Non abbiamo accettato l'invito della Prefettura ad un incontro su una questione che riguarda la Gls, il Consorzio Natana e Usb perché rifiutiamo la falsa equazione che sostiene che quello che è avvenuto sia il risultato di uno scontro tra due sindacati, perché, al contrario, i nostri iscritti hanno subito questo scontro tra l'azienda e Usb il cui risultato, i licenziamenti, è da addebitare alla sconsideratezza della politica di Usb che strumentalmente agitava problemi non relativi a questioni salariali, normative o all' organizzazione del lavoro.

«Se ci fossero  - prosegue il sindacato - problemi relativi alla non applicazione del contratto collettivo nazionale saremmo stati i primi a scioperare, anzi con Gls abbiamo (insieme alla Adl Cobas) ottenuto grazie alla lotta dei lavoratori due contratti di secondo livello che hanno permesso la riduzione di due giornate di lavoro, il passaggio per tutti al livello 4j dopo sei anni di lavoro in magazzino, e al 4s dopo 9 anni di lavoro in magazzino, il tutto indipendentemente dalla professionalità esercitata,  il mantenimento del posto di lavoro per tutti di fronte agli eventuali cambi di appalto, una assicurazione aggiuntiva per i lavoratori che hanno una pesante invalidità, un premio di risultato che corrisponde ad una quindicesima stipendiale. Certo noi siamo per migliorare ancora le condizioni dei lavoratori e lo faremo a partire dal miglioramento dello stadio di sicurezza nel magazzino. Se la Prefettura ci chiamerà per favorire le trattative sindacali, noi non mancheremo per fare sentire la nostra voce».

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