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Siap: «Siamo stanchi di essere “innocenti”, per non essere “complici e colpevoli"»

Lettera aperta ai colleghi poliziotti del segretario provinciale Sandro Chiaravalloti come primo intervento nel blog dedicato alla sicurezza che parte da oggi su ilPIacenza

La sicurezza, nella società civile, è un valore, un'aspettativa, una conquista, una mentalità. Nell'epoca che stiamo vivendo dell'incertezza politica, dell'integrazione multietnica, della rivoluzione civile, della fine dei privilegi, della mancanza delle riforme, garantire la sicurezza ogni giorno va al di là di un semplice mestiere come un altro. E' una missione a senso unico per chi crea sicurezza come professionista. Le forze dell'ordine sono il primo anello di questa catena (formata dai cittadini, dalle istituzioni, dal legislatore), l'anello cardine, che il nemico è pronto a cercare di tagliare per primo per arrivare al fine: un piccolo ma significativo esempio è quanto accaduto tre giorni fa davanti a palazzo Chigi a Roma.
Poi c'è chi ha dato la vita per garantire una sicurezza che alcuni, con il termine "percepita", vorrebbero scindere in due dalla sicurezza effettiva. Noi riteniamo che la sicurezza sia una sola, patrimonio e pietra angolare per costruire la società più giusta, e soprattutto più equa, che tutti ci stiamo auspicando in questo momento storico. La fine di un'epoca e l'inizio di un'altra in uno stato democratico e moderno è un processo di sicurezza esso stesso.
Oggi vogliamo dare voce ai professionisti, agli esperti della Polizia di Stato. Inizia oggi una collaborazione editoriale con il Sindacato italiano Appartenenti Polizia di Piacenza che consentirà, nella pagina blog dedicata e completamente autogestita, di ospitare contenuti e contributi di chi il problema "sicurezza" lo vive ogni giorno sulla propria pelle e ne conosce gli aspetti più profondi. La voce di una Polizia di Stato democratica e attenta anche nell'ascoltare i cittadini, liberi di intervenire con le proprie domande attraverso il blog. Uno spazio nel quale proporre e spiegare anche le riforme necessarie sulle 5 forze di polizia e sulla giustizia.

Qui di seguito riportiamo il primo contributo a firma del segretario provinciale Sandro Chiaravalloti dal titolo: "Siamo  stanchi di essere “innocenti”, per non essere “complici e colpevoli": lettera aperta ai colleghi di Piacenza e a: prefetto, questore, presidente provincia, segreterie confederali, oo.ss. polizia, carabinieri, tribunale, procura, segreteria partirti, istituti scolastici, banche, enti, associazioni, parlamentari, etc"
La redazione

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Di Sandro Chiaravalloti, segretario provinciale Siap

«Cari colleghi,
con questa lettera nasce una collaborazione con "ilPiacenza.it" e nasce il primo di una serie di comunicati tesi a raccontare quel che succede, che è successo e che accadrà... Noi del Siap ci siamo sempre contraddistinti per la nostra sincera lealtà. Ove “sincera” non è semplicemente un aggettivo ma è il sostantivo che qualifica ed è connaturato alla stessa lealtà: per essere leali occorre essere sinceri, non reticenti, anche quando questo appare scomodo. Con lo stesso animo, oggi, possiamo dire di esserci fatti un’idea, sostanziale e sostanziosa, di quello che è accaduto e continua ad accadere a Piacenza. E proprio per questo chiediamo agli anticorpi, tutti, residenti a Piacenza o altrove sul suolo nazionale di espellere, di vincere definitivamente il virus che ai vertici, da molto tempo, da molti anni sta ammorbando e continua ad ammorbare, condizionandone gravemente le scelte, la Questura e la città».

«C’è chi fa il Questore, anche di fatto, da troppo tempo, da troppi anni: ne avevamo il sospetto ora ne abbiamo la quasi certezza. 
Oggi si pagano e si continuano a pagare le sue scelte, quelle delle correnti di cui fa parte qui e altrove, che resistono ad ogni tentativo, davvero troppo flebile, di cambiamento. E’ necessario che questo Questore, da troppo tempo negativamente influente, venga rimosso, venga allontanato dalla platea degli stakeholder piacentini e nazionali».

«Non pratica e non ha mai praticato l’unità che viene dal dialogo, dal confronto, dal ridiscutere continuamente fini, obiettivi e mezzi idonei e legali per perseguirli ma pratica, semmai, l’unità militaresca, la compattezza effimera che viene dal capo assoluto e con questa, tradendo persino le tradizioni positive della cultura militare, l’utilità solo della propria pattuglia di fedeli». 

«La mentalità del risultato ad ogni costo che possa servire al “Capo”, l’ostentazione mediatico-giornalistica dei propri risultati e l’occultamento dei propri errori è stato il suo lascito a Piacenza, alla Questura, che viene alimentato, continuamente, dal suo interventismo indiretto o diretto, quasi quotidiano».

«Noi del Siap siamo stati gli unici a poterlo dire e oggi possiamo riaffermarlo con coscienza: nessuna verità giudiziaria passata o futura potrà, da sola, generare un cambiamento. Anzi come tutte quelle che si assumono come verità uniche, da sola, rischierebbe di compiere un’opera sommamente parziale. Il vero cambiamento potrà avvenire solo se, a tutti livelli, sapremo resistere alla tentazione di continuare a dare retta a questo Questore di fatto».

«Liberiamocene definitivamente, dunque, facendo passare un passato che sembra non passare mai; liberiamocene anche, se sarà necessario, liberandoci di un presente troppo supino, troppo acquiescente, troppo timido e, magari, malamente interessato. Le ostentazioni di potenza, di conoscenze, di influenza non ci hanno mai interessato e mai ci interesseranno: noi costituiamo l’alternativa a tutto ciò, l’alternativa delle idee e dell’impegno quotidiano, sempre in discussione, magari un po’ sgangherata, ma democraticamente vitale».

«Da parte nostra, da parte del Siap, uno dei modi per continuare a stare vicino alle "vittime" di questo sistema è anche questo documento; che possa concorrere a togliere il velo ipocrita che tace su questa realtà da superare urgentemente per non ripercorrere le strade che portano a drammatici errori. Come, a nostro modo, con il confronto tra opzioni diverse, sarà necessario riaprire il dibattito pubblico sulle Riforme come facemmo nel 2007 con un convegno di alto spessore le cui premesse e conclusioni restano di una profonda e purtroppo anche drammatica attualità».

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«In riferimento al comunicato sindacale intitolato: “Siamo Stanchi di essere “innocenti”  per non essere complici e colpevoli”, così come abbiamo sempre detto nelle varie discussioni e delucidazioni avvenute nell’arco del tempo;  atteso che le nostre critiche sindacali  legittime sono sempre rivolte alle idee, all’operato, ai metodi e alle gestioni ecc..  e mai alla persona così come abbiamo fatto ogni qual volta si è criticato una dirigenza, un politico, un sindacalista, un giornalista ecc.. si fa  presente che: 

Il dichiarare dispiacere per una cosa che ha prodotto degli effetti che non si volevano e decisamente una cosa onorevole. 

Il Siap e i componenti della Segreteria sono sinceramente amareggiati per quanto il documento sindacale del 1° Maggio 2013 possa aver prodotto nel Dr Innocenti: sono dispiaciuti per il fatto che il Dr Innocenti possa essersi sentito offeso e diffamato dal documento sindacale in quanto non vi era alcuna intenzione di offendere chicchessia, tanto mela la Sua persona, e di questo ci scusiamo, fermo restando che le nostre critiche le riteniamo legittime in quanto riferite ad un metodo gestionale. La Sua persona, in quanto tale, non era e non è in discussione.

Quel documento non riguarda, dunque, la persona del Dr Innocenti e la nostra amarezza sta pure nella mancanza di tempo e di spazio che non ci ha consentito precisarlo, di essere meno generici e di motivare maggiormente di come abbiamo poi effettivamente fatto».
 

Il Segretario Generale provinciale SIAP
Sandro Chiaravalloti

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