Soldi spariti dal conto dei sindacati, Gianni Salerno a processo

Si apre lunedì 22 ottobre il processo che vede imputato Gianni Salerno, ex segretario provinciale della Cisl, coinvolto nell’inchiesta Filosa e in quella sugli ammanchi di denaro dal conto corrente aperto da Fim, Fiom e Uilm i sindacati dei metalmeccanici. Salerno, difeso dagli avvocato Cosimo Pricolo e  Sandro Miglioli, deve rispondere di appropriazione indebita. Secondo le accuse della procura, Salerno si sarebbe impossessato di 147mila euro. Nell’indagine, era stato indagato anche Paolo Botti, all’epoca sindacalista Cgil (fu poi presidente di Tempi e segretario del Pd). La posizione di Botti, però, è stata archiviata per la prescrizione del reato. Salerno, invece, è stato rinviato a giudizio.

Botti e Salerno si erano detti all’oscuro di tutto, sostenendo di aver sempre operato con correttezza. Il conto era stato attivo dal 1999 al 2002. Su di esso erano transitati circa 267mila euro. I carabinieri, indagando sul caso Filosa, scoprirono anche questo filone di indagine e lo seguirono. Trovarono così numerosi riscontri ai prelievi che venivano effettuati, soprattutto da Salerno, secondo le accuse del sostituto procuratore Antonio Colonna, il quale incassava assegni tra 3mila e seimila euro. Il conto, in origine, era stato aperto per raccoglier i fondi di aziende e lavoratori, versatiper sostenere l’attività sindacale. In realtà, appurarono i carabinieri - ma anche i sindacati verificarono e accertarono gli ammanchi - alle segreterie di Fim, Fiom e Uilm non arrivò un euro. Il processo si aprirà davanti al giudice Elena Stoppini e vedrà in aula anche la Cisl, che si è costituita parte civile.