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Il prof del Romagnosi è stato scarcerato ed è ai domiciliari

Il 46enne accusato di aver avuto rapporti con una studentessa 15enne, e di aver tentato la stessa cosa con altre ragazzine, è stato scarcerato: per il gip non c'è più il pericolo di inquinamento delle prove

Il professore è fuori dal carcere e si trova agli arresti domiciliari. L’uomo accusato di aver avuto rapporti con una sua allieva in cambio di bei voti, ma sospettato di aver tentato la stessa cosa anche con molte altre ragazzine, è uscito dal carcere di via delle Novate ieri pomeriggio, 31 luglio. A farlo uscire è stato l’accoglimento della richiesta di domiciliari avanzata dal suo avvocato Paolo Veneziani. A firmare la concessione dei domiciliari è stato giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Bersani, il quale ha ritenuto che non sussista più l’esigenza cautelare dell’inquinamento delle prove. L’uomo, quindi, è uscito dalla cella dopo avervi trascorso poco più di un mese. Ora, l’inchiesta del sostituto procuratore Michela Versini prosegue per accertare che cosa sia veramente accaduto, ma continua anche il lavoro della difesa che cercherà di opporsi alle accuse della procura.

Intanto proseguono le indagini della squadra mobile che, chiuso il capitolo del Romagnosi, si stanno ora concentrando sui tanti anni in cui il piacentino ha insegnato al Liceo Gioia. Il dirigente Stefano Vernelli e l’ispettore capo Fausto Gaudenzi hanno parlato di una trentina di ragazze che si sono rivolte alla questura dopo la notizia dell’arresto del 46enne – P.V. le iniziali. «Una ragazza – spiega la polizia – era stata approcciata nel solito modo in classe durante le lezioni, con battutine a sfondo sessuale. In seguito l’insegnante aveva iniziato a contattarla con una serie di sms che la giovane si era annotata su un quaderno. In un altro caso una studentessa ci ha raccontato che, durante una gita scolastica, il professore era entrato di sera nella camera delle ragazze e, per scherzo, si era infilato sotto le coperte accarezzandole il fianco fino a sfiorare il seno. Poi le aveva proposto di raggiungerlo nella sua camera per avere un rapporto con lui, ma la giovane si era rifiutata».

Le voci insistenti sugli atteggiamenti sospetti del professore di informatica erano state sollevate in un caso da una ragazza durante un’assemblea di istituto. Non solo, ma qualcuno in più di un’occasione si era anche rivolto alla preside del Gioia di allora, sentendosi però rispondere che, senza una denuncia in mano, non era possibile fare nulla. La stessa preside è stata ascoltata direttamente dalla Procura nei giorni scorsi.

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