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Cronaca Porta Galera / Via Francesco Torta

Spariscono tre orologi d’oro in chiesa, nomade condannato

Parrocchia di San Paolo, l’uomo con una donna era entrato chiedendo informazioni sul matrimonio. Poi, la compagna ha distratto la perpetua e lui ha preso gli oggetti di valore

Prima ha finto di voler chiedere informazioni per un matrimonio, poi, mentre la compagna distraeva la perpetua, lui si sarebbe introdotto in canonica arraffando 3 orologi d’oro facendo subito perdere le tracce. Un 40enne nomade sinti è stato condannato, il 27 maggio, a un anno e 3 mesi per furto oltre a una multa di 500 euro. L’uomo, residente a Piacenza, doveva rispondere di furto in abitazione, reato che prevede pene più severe, ma il giudice Ivan Borasi ha riqualificato il reato in furto semplice. Il pubblico ministero, Sara Macchetta, aveva chiesto la pena di 1 anno e 4 mesi. Il colpo è avvenuto nel gennaio del 2019 nella parrocchia di San Paolo in via Torta, guidata da don Bruno Perazzoli.

Secondo le indagini della polizia, un uomo e una donna si sarebbero recati in chiesa per informazioni sul matrimonio. Secondo una tecnica collaudata, mentre lei distraeva l’assistente della parrocchia, una donna ucraina, l’uomo sarebbe partito a caccia di qualcosa di valore. Quando il prete è tornato, la perpetua gli ha raccontato cosa fosse accaduto. Il sacerdote ha controllato i locali, scoprendo che mancavano tre orologi. I due hanno denunciato il fatto alla polizia, che si è fatta dare dalla donna delle informazioni sui due e ha mostrato poi delle foto segnaletiche. La perpetua lo ha riconosciuto e la polizia lo ha denunciato. Della donna, invece, non si è mai arrivati a una identificazione, così come non sono mai strati ritrovati gli orologi.

Ma la memoria gioca brutti scherzi e, a distanza di tempo, la donna avrebbe indicato diversi colori di capelli, diverse corporature e altri dettagli. Una descrizione che ha fatto dire al difensore del nomade, l’avvocato Vittorio Antonini, che quel riconoscimento era inattendibile. La difesa, che valuta il ricorso, ha anche citato la Cassazione, perché i due sono stati fatti entrare e in questo caso non ci sarebbe il reato di furto in abitazione. Ipotesi poi accolta dal giudice.

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