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Cronaca

Spending review a scuola, Legambiente e sindacati: «Partecipiamo al “Decreto Mutui”»

Legambiente e i sindacati chiedono alla Provincia di prendere in esame un decreto del 21 gennaio che distribuisce fondi anche alle scuole non coinvolte nel Decreto del Fare

Legambiente Piacenza chiede alla Provincia di pensare a un piano di riqualificazione degli edifici scolastici delle scuole superiori. Dopo le riflessioni delle ultime settimane sulla spending review da fare negli istituti – tra cui l’ipotesi di non fare lezioni al sabato o anticipare l’inizio di anno scolastico per risparmiare sul riscaldamento -, l’associazione, in accordo con i sindacati, propone un’alternativa all’Amministrazione del presidente Rolleri. Il “Decreto Mutui” varato lo scorso 21 gennaio riapre la possibilità per gli edifici e gli istituti non compresi nel “Decreto del Fare” di poter presentare richieste di finanziamenti, a totale carico dello Stato, per ristrutturare gli edifici. Avranno la priorità gli edifici che richiedono la messa in sicurezza, l’adeguamento dal punto di vista sismico e l’efficientamento energetico. Entro il 15 febbraio i fondi verranno ripartiti tra le Regioni, mentre fino al 31 marzo si potranno presentare al Miur i progetti. Attraverso i lavori di efficientamento le strutture scolastiche potrebbero trarre enormi vantaggi in termini di risparmio energetico, portando benefici alle casse provinciali.

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«Muove anche un po’ l’economia – spiega Giuseppe Castelnuovo di Legambiente - ristrutturare il patrimonio scolastico obsoleto potrebbe risollevare un po’ qualche azienda. I tempi di intervento potrebbero essere brevi e sarebbe un nuovo modello di rapporto tra pubblico e privato, esempio esportabile anche in altre città. Intervenire sugli edifici potrebbe rimettere fiducia in un’istituzione massacrata sotto tutti i punti di vista. Anticipare il calendario non è fattibile, non ci sono le condizioni compatibili, affrontare il tema solo ed esclusivamente rivedendo il numero dei giorni è un modo per affrontare il problema in modo inadeguato. Noi non ci opponiamo a questi provvedimenti ma proponiamo un approccio diverso, sistemico».

«Siamo convinti che la Provincia – è il pensiero di Fulvio Vassallo (Gilda)- sappia già queste cose, noi sollecitiamo visti i tempi ristretti. Sulla scuola ora sentiamo idee estemporanee da persone che non conoscono in modo approfondito la vita scolastica e l’insegnamento. È facile dire questo senza conoscere le ricadute. Non si può aumentare le ore di lavoro a scuola senza contrattazione, così non miglioriamo la qualità del lavoro».

«Ci sono attività di formazione a inizio anno – sottolinea Lucia Galeazzi di Cisl scuola - che richiedono quelle giornate di inizio settembre che servono per predisporre le lezioni, ci sono i recuperi dei crediti, dovremo programmare ad agosto tutto ciò». «Ci sono esigenze e priorità. Lo star bene a scuola – riflette Manuela Calza di Cgil - deve essere il riferimento delle scelte organizzative. Vorremmo una classe politica lungimirante, che non pensi a tamponare la situazione, così si fa solo acqua da tutte le parti. L’amministrazione deve avere una visione complessiva e lungimirante. C’è contrasto tra i proclami del governo sulla scuola e quelli delle amministrazioni a livello locale».

«Le ultime riforme e dichiarazioni dei governi – è il pensiero di Davide Ramelli dell’Unione degli studenti - e dell’Amministrazione provinciale parla di risparmi e tagli alla didattica. Siamo contrari, per un mero guadagno dello Stato, non si può tagliare l’istruzione, che è la base del futuro per i cittadini. Si può risparmiare senza andare a toccare la qualità della scuola. Dobbiamo smettere di speculare su queste spese utili per la nostra società».

«L’opportunità di intervenire – ha dichiarato infine l’architetto Antonio Molinelli di “Casa Clima” - è in linea con le normative più recenti che parlano di “consumi zero”. L’edificio pubblico deve essere testimone e esempio per i privati. I pubblici entro il 2019 devono essere efficenti e a consumo zero, mentre per i privati la scadenza è nel 2021. I fondi son da conquistare, vengono premiati i progetti migliori, un’amministrazione potrebbe chiamare all’appello alcune forze economiche. Vista la crisi c’è anche opportunità di lavoro. Da qui al 31 marzo ci sono 8 settimane per lavorare a questo».

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