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Cronaca Via Giuseppe Taverna

Tagli alla sanità e spending review: protesta davanti all'ospedale

La protesta contro i tagli della sanità previsti dalla spending review è arrivata anche a Piacenza di fronte all'ospedale Guglielmo da Saliceto dove si è svolto un volantinaggio

La protesta contro i tagli della sanità previsti dalla spending review è arrivata anche a Piacenza di fronte all'ospedale Guglielmo da Saliceto. Dalle 10 alle 12 del 9 luglio, infatti, si è svolto un volantinaggio organizzato a livello regionale dalla Funzione pubblica dei sindacati Cgil e Uil.

«La cosiddetta spending review del governo Monti, 4,5 mld nel 2012, avrà inevitabilmente effetti devastanti sul tessuto sociale, economico e sul mondo del lavoro pubblico il che significa, che l'intero sistema dei diritti che sono parte fondante in una democrazia come la nostra, non sarà più la stessa» ammoniscono Fp-Cgil Piacenza e Uil Fpl.

E ancora: «Dopo le “controriforme” delle pensioni, e del mercato del lavoro, si attacca frontalmente lo stato sociale colpendo ancora una volta il lavoro pubblico e con esso i diritti dei cittadini, in perfetta continuità con le sciagurate politiche del precedente Governo. L'Emilia Romagna, da sempre considerata da tutti come una regione virtuosa, per stili di vita e la qualità dei suoi servizi erogati ai cittadini riconosciuta in tutta Europa, grazie alla “cura Monti” sarà costretta a fare i conti con queste vere e proprie “sforbiciate” decise dal governo».

E continuano: «Questi gli effetti dei “tagli lineari”nella nostra Regione. Nella sanità della nostra regione si prevede che 6500 posti di lavoro, su 60,000 addetti (medici, infermieri, tecnici, operatori socio-sanitari ecc.) potrebbero essere persi a fronte della incomprensibile soppressione di ben 4000 posti letto degli attuali 20,000 (- 20%) con conseguenze incalcolabili che metteranno a rischio il diritto alla salute costituzionalmente garantito. Sugli Enti Locali a causa dei mancati trasferimenti dallo Stato che aggiungono a quelli delle precedenti manovre, si rischia di non poter più garantire i servizi ai cittadini, agli anziani e all’infanzia, nelle Funzioni Centrali invece i tagli lineari comporteranno una drastica riduzione degli organici del 20% per i dirigenti e del 10% dei dipendenti che in Emilia Romagna si stima sulle 1000 unità, comportando ulteriori disagi per i cittadini».

E concludono: «Tutto questo è irrazionale e inaccettabile in un paese civile e democratico come il nostro, ma soprattutto in una regione come l'Emilia-Romagna che per cultura e tradizione si è sempre ispirata alla coesione sociale come fattore di sviluppo e di emancipazione delle donne e degli uomini che vivono lavorano, producono in questa terra».

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