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Studenti del Gioia puliscono un capannone confiscato alla mafia: «Ci fa sentire importanti»

Con i ragazzi le insegnanti, il sindaco di Calendasco Francesco Zangrandi e Antonella Liotti di Libera: «Un gesto simbolico che crea un avamposto di legalità»

«Rendersi utili nel proprio piccolo e cercare di fare qualcosa di positivo contro una cosa così grande come la mafia ci dà un grosso senso di responsabilità e ci fa sentire importanti», questo hanno detto i 24 studenti della seconda classico A del liceo Gioia che per tutta la mattinata del 7 giugno hanno pulito un edificio in via Trebbia, sotto il ponte chiuso da qualche giorno, confiscato alla mafia. Con i ragazzi le loro insegnanti, il sindaco di Calendasco Francesco Zangrandi e Antonella Liotti di Libera.

Lo stabile è stato affidato al comune di Calendasco dall'Agenzia l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata nel febbraio 2016. Libera e l'Arma dei carabinieri affiancano l'amministrazione in questo percorso di affidamento e di presa in carico degli edifici confiscati. Finalmente, quando l'iter sarà concluso, i mezzi del comune potranno trovare riparo: ora sono parcheggiati all'aperto.  L'area è già stata oggetto nei mesi di iniziative simili portate a termine da altre scuole: un avamposto di legalità per dare un segnale forte al territorio. I liceali, dopo aver pulito, hanno creato un cartello con scritto: "Bene confiscato alla mafia" e lo hanno attaccato al cancello. 

«Occorre agire tutti per il bene comune, altrimenti passa l'idea che tutti possano fare ciò che voglimo. E' un gesto simbolico molto importante e significativo. Ringraziamo anche Seta, che in questi giorni difficili per la chiusura del ponte sul Trebbia, ci ha messo a disposizione un bus». I ragazzi hanno anche scritto una lettera al sindaco Zangrandi: "Stare dalla parte della giustizia non è facile proprio perché comporta una responsabilità maggiore, tuttavia in quanto giovani liceali, abbiamo la responsabilità di difendere il diritto all'informazione. Grazie allo stimolo offerto dall'associazione Libera, desideriamo focalizzare l'attenzione di tutta la cittadinanza sul bene confiscato per mafia presente nella nostra provincia. Questa iniziativa vuole essere un segno concreto della nostra vicinanza a Lei, alla comunità di Calendasco e al costante impegno della sua amministrazione, affinché questo bene possa finalmente, dopo un anno, essere fruito dai cittadini del suo Comune". 

 

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