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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Rivergaro

Terrorizza le zie e in quattro mesi estorce loro 70mila euro per comprare cocaina

Ha umiliato, maltrattato, truffato e derubato le sue zie per comprarsi la cocaina riuscendo a portare via loro 70mila euro in 4 mesi. Le teneva, fanno sapere dalla procura, "in uno stato di terrore e paura". Arrestati anche gli spacciatori. E' successo a Rivergaro

«Una vicenda tragica scoperta grazie alla conoscenza del territorio dei carabinieri e alla collaborazione dei cittadini che si fidano di loro. Mai come in questo caso la loro presenza nei paesi è risultata fondamentale». A dirlo il sostituto procuratore Matteo Centini che ha coordinato le indagini dei militari di Rivergaro, guidati dal luogotenente Roberto Guasco, che sono sfociate nell'Operazione Binario 10 e che hanno portato all'emissione nove ordinanze cautelari (sette in carcere, una domiciliari, un divieto di dimora) per, a vario titolo, spaccio, truffa aggravata, maltrattamenti ed estorsione nei confronti di due sorelle di 60 e 70 anni vessate dalla nipote: la donna avrebbe estorto denaro alle zie, arrivando a derubarle di 70mila euro in quattro mesi, per comprare cocaina e per trascorrere le sue giornate, insieme al compagno, in alcuni hotel di Piacenza. I militari oltre ad aver salvato le due donne, hanno quindi anche arrestato gli spacciatori della donna. In carcere accusati di spaccio sono finiti Mariana Ionita, Florian Vasile (mamma e figlio), Tahar Mohamed Fakraoui, Abdelhamid Dridi, Aldo Carta e Marco Calonghi, La nipote, Paola Ghigliani è invece accusata di truffa aggravata, maltrattamenti ed estorsione nei confronti delle zie ed è in carcere, mentre la 29enne Claudia Carpani è ai domiciliari per truffa in concorso e per aver ceduto dosi di cocaina. Per Ezzahidy Abderazak è stato invece deciso il divieto di dimora nel Piacentino. 

La 45enne Paola Ghigliani, si sarebbe avvalsa della collaborazione della 29enne Claudia Carpana che le faceva spesso, fanno sapere gli inquirenti da corriere di droga, ossia la mandava ad acquistare la cocaina e se la faceva portare. La 45enne "aveva soggiogato le due zie, sorelle del padre, e con le quali conviveva, mantenenedole in uno stato di terrore. Le minacciava quotidianamente, si faceva consegnare migliaia di euro, arrivando a dilapidare un intero patrimonio derivante da una vita di lavoro e risparmi. Le due anziane erano arrivate a contrarre debiti in diversi negozi e in alcuni casi sono state costrette a chiedere l'elemosina. Vergogna per quello che potevano pensare in paese e paura: non abbiamo avuto riscontri, ma sembra che le due in qualche caso siano state viste con ematomi e traumi in viso, segno che la nipote, durante i frequenti scatti d'ira, potrebbe averle picchiate», racconta il sostituto procuratore Matteo Centini. La Gihigliani e il compagno quando non erano nell'abitazione di Niviano, prendevano un taxi, si spostavano in città, compravano cocaina per poi rinchiudersi in hotel per consumare la polvere bianca. 

Tutto è iniziato, fanno sapere dalla Procura, un anno fa quando un uomo ha visto una sua compaesana in lacrime uscire dalle Poste di Niviano, la 60enne avvicinata dal suo conoscente ha raccontato di aver ritirato molti contanti perché doveva consegnarli ad un avvocato contattato dalla nipote per alcuni problemi. L'uomo si è insospettito e ha riferito tutto al comandante Roberto Guasco il quale, con i suoi uomini, ha iniziato una serie di accertamenti che sono diventate indagini e che hanno portato a scoprire quanto stava succedendo. Grazie alle intercettazioni i militari di Rivergaro hanno scoperto sia le vessazioni nei confronti delle donne sia i pusher, sgominando in tutto tre piazze di spaccio molto fiorenti. 

«C'è bisogno di gente che non si faccia gli affari propri e che non si giri dall'altra parte e che denunci. E così è stato fatto, e così accade nel Piacentino grazie ai gruppi di vicinato e al senso forte di appartenenza alla comunità», ha commentato Centini. «Devo ringraziare i carabinieri di Guasco per la dedizione e l'abnegazione con le quali hanno lavorato duramente in questi mesi - gli ha fatto eco il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Corrado Scattaretico -. Ancora una volta abbiamo la dimostrazione pratica che i cittadini si devono fidare e devono parlare, siamo sempre aloro disposzione: una segnalazione che all'apparenza può risultare banale invece spesso può salvare la vita». Il nome dell'operazione, Binario 10, deriva dal luogo dove avvenivano più frequentemente gli scambi di cocaina, ossia alla stazione ferroviaria a piazzale Marconi. 





 

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