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Cronaca Caorso

Triangolo della coca in provincia: arrestato spacciatore

Settanta euro a dose, da consumarsi direttamente nel suo appartamento. Così è stato arrestato per spaccio un uomo di Caorso, 49 anni incensurato. Ha ammesso di vendere cocaina per finanziarsi un’impresa, voleva aprire un’attività ma non aveva il denaro. Ora è agli arresti domiciliari

Un appartamento allestito ad hoc a Caorso e un via vai di gente che aveva insospettito i carabinieri. Così, l’altra sera, i militari al comando del tenente Rocco Papaleo, hanno arrestato M.M. caorsano di 49 anni. In tasca, sette dosi di cocaina, a casa due confezioni da 10 grammi.

L’operazione ha colto l’uomo in flagranza di reato. Uscito intorno alle 22 per andare da un cliente che protestava per la coca “non buona”, è stato sorpreso in via IV Novembre, a Caroso, mentre passava la dose ed è stato condotto in carcere dai carabinieri.

L’uomo è attualmente agli arresti domiciliari, concessigli dal giudice per le indagini preliminari  Bussi. Saranno gli esami volti a stabilire il grado di purezza della cocaina, a stabilire poi l’iter processuale di M.M. 
  Con i proventi della droga voleva aprire un'impresa  

A cosa gli servisse la coca, lo ha confessato agli inquirenti, il signor M. Voleva aprire un’attività, ma non aveva i soldi. Così, ha pensato di finanziarsi l’impresa vendendo strisce che tagliava con la tessera del partito al quale è iscritto. Strisce bianche che venivano sniffate dai clienti direttamente nell’appartamento di Caorso e che gli stavano fruttando il denaro di cui aveva bisogno. Settanta euro a pista, il prezzo praticato.

Le indagini dell’Arma, hanno poi stabilito che il “traffico” si estendeva su un triangolo di territorio piacentino: Caorso, Castelvetro, Monticelli. Ma le strisce bianche, arrivavano fino a Cremona, dove l’uomo aveva lavorato e dove conservava contatti. Ora i militari sono alla ricerca dei fornitori dell’arrestato che, con ogni probabilità, gli smerciavano all’ingrosso le dosi già fatte. Dalla perquisizione nell’appartamento caorsano, infatti, non sarebbero stati rinvenuti “gli attrezzi del mestiere”, necessari a fabbricare le porzioni.

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