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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Rottofreno

Cristian Z.: "La mia colpa più grande? Avere chiesto informazioni"

Parla a "il Piacenza" Cristian Z., accusato, assieme all'ex fidanzata, di aver procurato agli appassionati tuner piacentini libretti falsi: "Ho avuto la vita rovinata, e perso il lavoro, per qualcosa che non ho fatto. Chi mi restituisce tutto?"

È appena uscito da un momento così scuro che più scuro non si può. Arresti domiciliari. Accusato di aver fatto da tramite, con un’agenzia di Napoli, per la modifica illegale di parti meccaniche di auto. Tuning - elaborazione estrema di vetture - la sua passione. La passione di una vita, con il club “Fast and tuning”. Giornate spese tra alettoni, spoiler, fari speciali, vernici d’arte. Perché le auto non sono tutte uguali. Fuori dal conforme, dall’ovvio, fuori dalle scatolette imbottigliate alla sera in tangenziale, ci sono le macchine elaborate. A volte semplici muscoli d’acciaio, a volte veri ritratti di personalità. A quattro ruote.

Passione maledetta, dicevamo. Almeno nello Stivale. Cristian Z., di Rottofreno, 33 anni, il dazio l’ha pagato, e caro. Amici, lavoro, famiglia. Tutto che crolla all’improvviso, le certezze si dissolvono; carabinieri, giudici, tribunali. Il mondo cromato diventa un mondo di battaglie giudiziarie, dove muoversi è assai più difficile che sterzare con ruote da 17 pollici. A il Piacenza, Cristian racconta la sua verità. E si toglie qualche sassolino.

Un bel putiferio, ha creato la storia nella quale, tuo malgrado, sei stato coinvolto. Su questo giornale è stato uno dei pezzi più commentati di sempre. Davvero l’Italia, rispetto al resto d’Europa, nel tuning è così indietro?

Sì, molti commenti lo spiegano chiaramente. In Germania, per esempio, è tutto legalizzato. Non ci sono problemi ad abbellire o rendere diversa la propria macchina. Qui da noi, invece, a volte un’auto scassata senza fanali e con le gomme sgonfie rischia di subire meno controlli di un’auto a puntino, tenuta con cura maniacale, che ha la “colpa” di avere l’alettone o l’assetto ribassato. Questo è un paradosso che non comprenderò mai.

Tu eri stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare a domiciliari. Che è accaduto?

È successo che mi sono fidato delle persone sbagliate, ho agito in buona fede e, da truffato in prima persona, mi sono trovato anche indagato. Non sapevo dell’attività illecita di quella agenzia, delle connivenze nella motorizzazione, non avevo rapporti con nessuno di loro, né ho mai spinto qualcuno a fare qualcosa di illegale. Loro facevano pubblicità su internet per le omologazioni: è così che i tuner vi si avvicinavano.

Si parla di cerchioni “ingranditi”. Ma non c’era puzza di bruciato? La mancanza del collaudo, la promessa di pratiche sospettosamente veloci?

Sì, è per questo che mi ero rivolto ad alcune persone per avere informazioni dettagliate, per sapere se era legale o meno, se si poteva fare. Ripeto, non conoscevo l’agenzia napoletana. Il “premio” per essere stato, in qualche modo, “zelante”? L’essere indagato. Ho chiesto informazioni, mi sono ritrovato sul registro degli indagati. E, a tutt’oggi, non so in alcun modo perché anche la mia ex fidanzata Stefania (ex segretaria del club del quale Cristian era presidente, “Fast and tuning”, appunto, ndr) sia stata coinvolta, a che titolo.

Un bel casino. Da lì, immagino, tutto abbia iniziato ad andare a rotoli.

Sì, ho perso il lavoro, sono stato licenziato. Ho perso anche degli amici, o almeno, persone che ritenevo tali: mi hanno accusato di essere stato la “mente” del tutto, di aver mandato i libretti a Napoli. Non è così. Questa cosa mi ha ferito, profondamente (Cristian ha la voce spezzata, ndr).

Sei riuscito a ripartire? A ricominciare, anche se la vicenda giudiziaria non si è conclusa?

Sì, sono stato assunto da un’altra azienda, nel settore della Qualità, ambiente e sicurezza. Ma se avessi avuto una famiglia? Dei figli? Chi mi avrebbe restituito questi mesi? Per fortuna sono solo, ma ho un mutuo, una vita sociale, una casa: stavo perdendo tutto.

Cosa ti fa più rabbia?

Il fatto di essere stato trattato alla stregua di un assassino, di un trafficante di droga, di un rapinatore. Per cosa? Per la passione di avere un’auto diversa dalle altre, particolare, curata in ogni minimo dettaglio? Per un assetto ribassato? Per aver cercato informazioni sulla legalità o meno dei libretti modificati? Vedo, sinceramente, troppa ossessione, a volte, da parte delle forze dell’ordine, nel fermare auto con le elaborazioni. Nessuno di noi passa ai 200 all’ora, o fa sorpassi spericolati: non è questo lo spirito. Eppure, a ogni posto di blocco siamo sempre fermi, con controlli infinitesimali. Questo non mi va giù.

Esiste ancora il tuo club?

Sì, il marchio è ancora registrato e pertanto ho delegato le mie funzioni ad altri collaboratori. In futuro vedremo.

Mettiamo che un ragazzino di 19 anni ha appena ricevuto una Tigra, o una Puma, usata. Vuole renderla più cattiva. Vuole avvicinarsi a questo mondo. Che ti senti di dirgli?

Di stare attento. Di chiedere quanto più è possibile, di informarsi, di capire bene cosa sta facendo, quali pezzi sta elaborando. Spesso, anche in buona fede, si finisce male.

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