Un defibrillatore in ogni impianto sportivo: finalmente è legge
La conversione del decreto Balduzzi illustrata da Robert Gionelli (Coni) e Daniela Aschieri (Progetto vita). Le società hanno dai 6 ai 30 mesi per mettersi in regola: «Non attendete il termine, fatelo prima»
«Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attività sportiva non agonistica o amatoriale il Ministro della salute, con proprio decreto, adottato di concerto con il Ministro delegato al turismo e allo sport, dispone garanzie sanitarie mediante l'obbligo (…) e per la dotazione e l'impiego, da parte di società sportive sia professionistiche che dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita».
Recita così il capo 11 dell'articolo 7 del decreto Balduzzi, convertito in legge lo scorso 26 aprile, e che segna un punto fondamentale nella lotta alla morte da arresto cardiaco improvviso: in forza di questa legge, le società sportive professionistiche e dilettantistiche dovranno dotarsi di un defibrillatore semiautomatico, l'apparecchio salvavita la cui importanza è ben nota soprattutto grazie alla sensibilizzazione portata avanti in questi anni da Progetto Vita di Piacenza.
A darne notizia sono stati il presidente provinciale del Coni di Piacenza Robert Gionelli e la cardiologa piacentina Daniela Aschieri, da anni in prima linea per la diffusione capillare dei defibrillatori tra la popolazione, e in particolare proprio negli impianti sportivi.
E' stato quindi spiegato che le società sportive hanno un congruo tempo per mettersi in regola e dotarsi dell'apparecchio: 6 mesi per quelle dei professionisti, e 30 mesi per quelle dei dilettanti. Ma Aschieri e Gionelli lanciano l'appello affinché questi tempi vengano sensibilmente accelerati dalle dirigenze: «In un lasso di tempo come questo - hanno spiegato - statisticamente potrebbero verificarsi qualcosa come 70 vittime per arresto cardiaco. Meglio dotarsene prima possibile e non attendere la scadenza dei termini».
Tra i tanti fatti di cronaca accaduti, due in particolare - avvenuti di recente - avevano scosso l'opinione pubblica circa l'importanza del defibrillatore nel mondo dello sport: la morte del giocatore di calcio Piermario Morosini e quella del pallavolista Vigor Bovolenta. Mentre proprio a Piacenza, un giocatore dilettante, colpito da arresto cardiaco durante una partita di calcio, era stato salvato dai compagni che avevano utilizzato l'apparecchio in dotazione alla società sportiva piacentina.