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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Usb: «Nel magazzino lavoratori in nero», finanza e polizia alla Gls di Montale

Ancora tensione alla Gls di Montale nella serata dell'11 dicembre. Circa una trentina di persone in giornata hanno contattato l'Unione Sindacale di Base, sostenendo di aver lavorato in nero

Ancora tensione alla Gls di Montale nella serata dell'11 dicembre. Circa una trentina di persone, tutte africane, in giornata hanno contattato l'Unione Sindacale di Base, sostenendo "di aver lavorato in nero nel magazzino di via Riva. Alcuni da settembre, altri da ottobre, ma diversi anche nel corso del 2016". Verso le 21 i ragazzi, insieme a Riad Zaghdane, responsabile Usb per la logistica, sono andati al magazzino per chiedere spiegazioni: «Vogliono solo lavorare regolarmente», ha dichiarato il sindacalista. Sul posto poco dopo sono arrivate le forze dell'ordine: la polizia (gli agenti della Digos con due squadre del reparto mobile poco prima impegnati allo stadio per la partita Piacenza-Siena che è stata sospesa per la pioggia), una pattuglia della Guardia di Finanza e i carabinieri della stazione di Piacenza Principale in ausilio.

«Sono 28 e ci hanno contattato dicendo di aver lavorato "a chiamata" senza un contratto regolare per mesi, ossia contattati all'occorrenza e pagati in contanti senza essere mai stati regolarizzati. Prima di avanzare qualsiasi richiesta alla Seam, la cooperativa che gestisce i facchini nel magazzino, abbiamo chiesto loro degli accertamenti e ci hanno portato - prosegue Riad Zaghdane - alcuni documenti dell'ufficio per l'impiego nei quali non risulterebbero assunti da nessuna agenzia di somministrazione legata alla coop. Hanno promesso loro di farli lavorare fino al 23 dicembre, ma solo quando abbiamo capito che i conti non tornavano, li avrebbero regolarizzati».

«Nella giornata dell'11 dicembre - continua - abbiamo contattato i nostri coordinatori a Roma che hanno verificato che in almeno 4 pratiche Inps non risulta nessun contributo versato. Non avrebbero avuto né buste paga né cedolini, ma solo soldi contanti. Abbiamo contattato la guardia di finanza perché verifichi cosa sta succedendo e chiediamo anche al più presto un confronto con il prefetto, Maurizio Falco. Questi ragazzi vogliono solo lavorare in modo regolare. Abbiamo registrazioni audio che dimostrerebbero questo metodo di reclutamento anomalo: è l'agenzia che chiama i lavoratori e li "somministra" dove c'è bisogno, non possono esserci chiamate dirette dal magazzino ai facchini per chiedere loro di presentarsi a lavorare perché in quel determinato giorno o periodo c'è necessità». I militari delle fiamme gialle e gli agenti della Digos hanno parlato a lungo con Riad Zaghdane e i lavoratori all'interno del magazzino e avrebbero acquisito la documentazione prodotta dal sindacato per verificare quanto sostenuto dagli immigrati. 

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