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Cronaca

Presentato il progetto Porta Galera 3.0, i residenti: «La zona è diventata invivibile»

Nell'ambito della presentazione del progetto "Porta Galera 3.0: Piacenza ripensa via Roma" una donna seduta tra il pubblico prende la parola per parlare della situazione di disagio che si vive nella sua via e nell'intero quartiere: «Ci sono negozi che vendono alcolici fino a sera tardi. Non è possibile fare qualcosa?»

«Pensare a via Roma come un luogo di potenzialità e non solo come a una zona degradata». L’assessore al Nuovo Welfare Stefano Cugini ha dato l’avvio al progetto di riqualificazione di via Roma. L’incontro è avvenuto in municipio nel primo pomeriggio di lunedì 23 giugno ed erano presenti anche il consigliere comunale Giuseppe Magistrali, Maria Augusta Nicoli responsabile dell'Area Comunità Equità e Partecipazione della regione Emilia Romagna, l’assessore Giulia Piroli e il sindaco Paolo Dosi. Durante la conferenza una residente della zona e dell'associazione "Amici dei Giardini Margherita" ha preso parola parlando della situazione di degrado che lei stessa e gli altri abitanti di via Pozzo e di tutto il quartiere vivono.

L’assessore Cugini ha aperto la seduta spiegando l’obiettivo di questo progetto che da oggi è stato ufficialmente avviato: «La nostra sfida è quella di cambiare modo di fare welfare e di coinvolgere i cittadini: dobbiamo mettere sul tavolo sia le nostre idee che quelle dei cittadini. Cercheremo inoltre di verificare se il Comune riuscirà ad andare contro tecnicismi e la burocrazia, che spesso impediscono di attuare azioni concrete».

Ha continuato l’intervento parlando del nome di questa operazione che vedrà coinvolta tutta la cittadinanza: «Porta Galera lo abbiamo ripreso, riferendoci al vecchio nome del quartiere per richiamare la tradizione di questa zona, perché non vogliamo cambiare la natura di via Roma, vogliamo valorizzarla perché crediamo abbia delle potenzialità. Il “3.0” indica la nostra intenzione ad andare oltre lo stato di evoluzione che ha raggiunto il World Wide Web rappresentato dall’espressione 2.0. Andremo oltre l’approccio che solitamente usano le istituzioni: infatti cercheremo di coinvolgere tutti».

“Porta Galera 3.0” si svilupperà partendo da quattro temi fondamentali: cultura e coesione sociale, cura del quartiere, riqualificazione urbana e sperimentazione. A coordinare i lavori ci sarà una cabina di regia composta da tecnici del Comune. La dottoressa Nicoli, che rappresenta l’agenzia sanitaria dell’Emilia Romagna, ha spiegato che Piacenza la 19esima città che rientra in questo tipo di sperimentazione: «Prima di agire è necessario esplorare il territorio attraverso incontri  e colloqui nel quartiere stesso, in un bar, in un negozio, in un parco o in una determinata strada. L’obiettivo è quello di costruire delle situazioni per confrontarsi. La Regione non darà un aiuto economico ma sarà punto di riferimento e fornirà risorse grazie anche al Community Lab». 

All’inizio di questo anno via Pozzo era stata protagonista della cronaca cittadina, quando il Comune aveva revocato la Scia a un mini market dopo una rissa la notte di Capodanno e dove, qualche mese prima, era stata sequestrata della merce scaduta. Ora, ha spiegato Stefano Cugini, il negozio è stato riqualificato ed è diventato un ambulatorio medico: «Questo è un primo passo per avviare il nostro progetto». Dopo queste parole una donna dell’associazione “Amici dei Giardini Margherita” prende parola: «La vita in questo quartiere sta peggiorando. Quel negozio è stato chiuso ma ora ne stanno aprendo un altro di pizza d’asporto e che, quasi sicuramente, venderà birra fino a sera tardi. Inoltre in questa strada c’è sempre qualcuno che urina e defeca proprio sotto le nostre finestre. Si deve fare qualcosa».

In risposta l’assessore al Nuovo Welfare spiega che «è difficile risolvere questi problemi, oltre che per la mancanza di personale anche perché la burocrazia spesso lo impedisce. Non vogliano nasconderci dietro a un dito, cercheremo di fare qualcosa con le nostre iniziative». Il sindaco Dosi ha concluso gli interventi rispondendo all’ultima domanda della donna che ha chiesto se fosse possibile far chiudere i negozi non oltre le 20: «Per la legge questi negozi non hanno limiti di orari e per questo non possiamo intervenire direttamente. Inoltre non possiamo mettere un presidio di controllo fisso. Mancano le risorse e più di ogni altra cosa manca il senso civico di queste persone che causano disagi. Il senso civico, purtroppo, si acquisisce in tempi lunghi». 

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