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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Raffalda / Via XXIV Maggio

Profughi accampati davanti al comune, Tassi e Botti (Pdl): «Ripristinare l'ordine e la legalità»

La polizia con la polizia municipale e i carabinieri hanno invitato i cittadini extracomunitari ad abbandonare i locali della circoscrizione. Dopo lo sgombero del Ferrhotel del luglio scorso avevano trovato riparo nei locali di via XXIV maggio

I consiglieri comunali del Pdl Marco Tassi e Giovanni Botti fanno un appello a tutte le istituzioni competenti affinché vengano ripristinati l’ordine e la legalità a fronte dell’occupazione abusiva del gruppo di stranieri sotto i portici del Comune. "Chi si rifiuta di accettare il percorso offerto dai servizi sociali, non ha alcun diritto di occupare abusivamente i luoghi pubblici, e tanto meno di pretendere ulteriori favori. Questa è ormai solo una questione di legalità e di ordine pubblico a fronte della quale i due consiglieri del Pdl chiedono che venga messa la parola fine" fanno sapere i due consiglieri.

18 FEBBRAIO - La polizia con la polizia municipale e i carabinieri hanno invitato i cittadini extracomunitari ad abbandonare i locali della circoscrizione 2. Dopo lo sgombero del Ferrhotel del luglio scorso avevano trovato riparo nei locali comunali di via XXIV maggio. Sono circa 15. Il comune, nonostante l'emergenza profughi fosse terminata da mesi e alcuni di essi non godessero dello status necessario, si era prodigato per trovare loro appartamenti e altre sistemazioni, stanziando anche diverse migliaia di euro. Ad una parte del gruppo originario era stato quindi permesso di rimanere nei locali della Circoscrizione per un periodo. Periodo che però pare sia terminato. Sembra che il comune avesse già intimato ai ragazzi di lasciare i locali senza esito. Oggi sono entrate in campo le forze dell'ordine.

Sgombero profughi alla Circoscrizione 2 ©Gatti/IlPiacenza

AGGIORNAMENTO ORE 21 - I ragazzi extracomunitari sono ancora davanti al municipio e non hanno nessuna intenzione di andarsene. Verso le 18.30 sembrava che le forze dell'ordine avessero deciso per uno sgombero coatto, anche perché i giovani avevano rifiutato, dopo un ulteriore colloquio con l'assessore al Nuovo Welfare Stefano Cugini, l'offerta di andare nei locali dell'assessorato in via Taverna, ritenendola "una trappola". Gli stranieri quindi hanno deciso di non muoversi da piazza Cavalli nonostante fossero state tolte loro le valige. Non sono mancati attimi di tensione. 

AGGIORNAMENTO ORE 15.30 - Tre profughi con la Digos e il funzionario di polizia Michele Rana, hanno incontrato in municipio il sindaco Dosi e l'assessore al nuovo Welfare, Stefano Cugini. Il colloquio è finito con un nulla di fatto, dall'Amministrazione fanno sapere che non sono state previste misure straordinarie per questa situazione contingente, tuttavia hanno detto che potrebbero essere inseriti, come tutti i cittadini anche piacentini, nei canali istituzionali classici come i servizi sociali per trovare una sistemazione o una soluzione. Gli stranieri però non sono soddisfatti e hanno intenzione di fermarsi sotto i portici di palazzo Mercanti ad oltranza.

AGGIORNAMENTO ORE 12 - Il gruppo di profughi e immigrati si è trasferito, per protesta, sotto i portici di palazzo Mercanti. Qui sono pronti con le tende per potare avanti ad oltranza, come già accaduto in passato, il loro sit-in. Alcuni rappresentanti degli immigrati sono saliti intorno alle 14 in Comune per essere ricevuti dai funzionari comunale, forse dal sindaco stesso. Nel frattempo qualcuno di loro ha preso la parola sotto i portici e con un megafono ha improvvisato un comizio.

IL VIDEO - «Ci state sfruttando»

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«Piacentini dovete sapere cosa sta succedendo a Piacenza - ha detto uno dei rappresentanti - hanno nascosto tutta la nostra storia. Siamo qui a raccontarvela, a dirvi che qui a Piacenza c’è una truffa: hanno derubato i profughi della guerra, quella guerra che avete creato voi, che hanno creato i vostri governi. La guerra che ancora non è finita, in Libia in Africa del sud. Siamo qui perché siamo venuti da Paesi devastati per colpa del vostro governo. Non abbiamo scelto di venire e di lasciare il nostro Paese, ma il vostro governo non ci lascia in pace. Stanno sfruttando i nostri genitori lì in Africa. E anche qui, viviamo la stessa cosa, siamo sfruttati ogni giorno».

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