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Cronaca

Viaggio della memoria, visita al lager in cui fu rinchiusa la piacentina Medina

Piroli: «L'iniziativa del viaggio della memoria 2015 prevede una visita molto particolare: i partecipanti si recheranno in un campo di concentramento in cui anche alcuni piacentini furono deportati, Ravensbrück»

Medina Barbattini: matricola numero 77321. Stiamo parlando di una piacentina, nata a Gossolegno nel 1923, che venne deportata a Ravensbrück dopo aver combattuto come partigiana nella 38 brigata Sap. Prima della deportazione venne interrogata e torturata nel carcere di Piacenza. Sopravvissuta all’esperienza del lager, riuscì a tornare a casa il 28 agosto 1945. Medina è morta nel 2012.

«L’iniziativa del viaggio della memoria 2015 - afferma Giulia Piroli​, assessore alle Politiche giovanili e scolastiche - prevede una visita molto particolare: i partecipanti si recheranno in un campo di concentramento in cui anche alcuni piacentini furono deportati, Ravensbrück. Era il lager per le donne che non erano ritenute conformi al regime nazista. Si stima che in questo luogo di dolore passarono 130.000 donne. 50.000 di queste hanno perso la vita nel campo. Anche una piacentina fu deportata a Ravensbrück: Medina Barbattini. Sopravvisse al campo anche se quella esperienza segnò il suo carattere per il resto della sua vita. Vorrei ricordare che questo viaggio è reso possibile dai contribuiti di cooperativa di San Martino, dell’associazione Vittime civili di guerra e dei Comuni di Piacenza, Fiorenzuola e Castel San Giovanni. Vorrei sottolineare che al viaggio della memoria parteciperanno 82 studenti, 9 insegnanti e 7 adulti. Le scuole che aderiscono all’iniziava sono il Mattei di Fiorenzuola, il Gioia, il Respighi, il Casali, il Romagnosi, il Tramello, il Cassinari, l’Isii  Marconi e il Colombini. Il viaggio del 2015 sarà più lungo rispetto a quello degli anni precedenti: dal 14 al 18 aprile».

«Anche quest’anno - sottolinea il professor Achilli, presidente dell’Istituto storico della Resistenza - nonostante le ristrettezze economiche e il fatto che sia venuto a mancare l’aiuto della Provincia, possiamo presentare alla cittadinanza questo viaggio. La formula è sempre quella del legame con il territorio: la visita sarà nei luoghi in cui sono stati reclusi i piacentini. Speriamo in un effetto educativo del viaggio. Ricordo che prima della partenza ci sono degli incontri di formazione: si cerca di unire l’aspetto delle emozioni a quello della conoscenza e della riflessione che dovrebbe contribuire alla crescita civile dei giovani».

«Vorrei sottolineare - interviene Mario spezia, presidente dell’associazione Partigiani cristiani - che quello del viaggio della memoria è un evento molto importante che cerca di unire il passato e il futuro».

«Quest’anno - spiega Ettore Fellegara, dell'associazione Vittime civili di guerra - abbiamo avuto un contributo dal ministero e abbiamo deciso di utilizzarlo per questo evento per i giovani: ci teniamo a rendere i ragazzi consapevoli del passato. Vorrei ricordare un’ultima cosa: Mieli, un deportato, un giorno mi disse che le persone che vanno a visitare questi luoghi dell’orrore non possono capire nemmeno la metà delle sofferenze dei deportati. Noi invalidi non raccontiamo mai quello che ci è successo perché non siamo in grado di spiegarci, di far capire alle persone quello che abbiamo provato».

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