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Cronaca

Via San Giovanni, Ztl: "A che serve se entrano indisturbati tutti?"

Un lettore, Andrea Ferri, rimarca l'"inutilità" della Ztl in via San Giovanni "senza una telecamera": "Il Comune ha di fatto permesso l'accesso indisturbato alla Ztl anche a coloro che non hanno diritto"

Nel 2008 c'è stata la sperimentazione, a causa dei lavori nella zona, di alcuni cambiamenti della Ztl. In particolare in via San Giovanni la circolazione è divenuta a doppio senso di marcia nel tratto compreso tra via Croce e viale Beverora. Sulla questione si sofferma un lettore, Andrea Ferri, che segnala una situazione "indigesta" per residenti e coloro che in centro ci vivono.

"Lo scopo della sperimentazione - segnala Andrea -, ormai resa stabile a tutti gli effetti, era quella di agevolare i residenti nell'accesso alle proprie abitazioni e diminuire il passaggio di molti veicoli in zone semi-pedonali come largo Battisti e piazza Cavalli. Purtroppo però non installando una telecamera fissa in via San Giovanni il Comune ha di fatto permesso l'accesso indisturbato alla Ztl anche a tutti coloro che non hanno diritto ad entrare in centro. E' vero che chiunque non è munito di permesso è soggetto a sanzione se entra nella Ztl, ma è altrettanto vero che è difficile imbattersi in un vigile urbano che sorvegli l'accesso in questione, senza contare che sarebbe un cattivo impiego delle esigue risorse comunali".

"Se il Comune ha istituito una Ztl, iniziativa peraltro pubblicizzata in ogni tornata elettorale, facendo pagare un pass ai residenti - continua il lettore -, non è spiegabile perché poi non la controlli. Se esiste una Ztl, che questa sia una "reale" zona a traffico limitato e non solamente un "maquillage" da sbandierare ai comizi elettorali, o peggio ancora in convegni sulla sostenibilità ambientale della città. Spero che il mio malcontento non solo venga recepito dall'amministrazione comunale, ma possa appunto riaprire tra i cittadini il dibattito sull'allargamento della Ztl come sta avvenendo in molte altre città italiane. Non ha senso e non è moralmente accettabile incentivare l'uso della bicicletta, comprare autobus meno inquinanti, costruire piste ciclabili, ammodernare il bike sharing, quando poi si chiudono gli occhi su errori così macroscopici".

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