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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura Ferriere

Acqua dalle sorgenti dell’alta valle, se ne parla nell'ultimo numero di Montagna Nostra

Su Montagna Nostra, bollettino delle parrocchie di Ferriere, la memoria che raccoglie dieci anni di azioni per regolare le captazioni di acqua dalle sorgenti dell’alta valle

E’ in distribuzione il bollettino della parrocchia di Ferriere Alta Valnure, Val d’Aveto e Lardana, efficace vicolo di comunicazione che concorre a restituire soggettività alle comunità, alle famiglie e alle singole persone. Nelle oltre 100 pagine di questo numero di fine anno troviamo comunicazioni e notizie sul territorio, appuntamenti, racconti di come la comunità si stia muovendo, segnalazioni in merito a chi nasce e a chi muore. L’editoriale Ferriere sta rialzandosi indica un paese che spera di aumentare le presenze di famiglie in loco auspicando ancora uno perché la scelta di vivere a Ferriere “perché offre di più e tutti si sentono a casa propria”. All’interno della pubblicazione due intere pagine a cura della Associazione Acqua e Ambiente Comunello di Rocca-San Gregorio e Comunello di Cassimoreno fanno il punto sull’annoso e complessa storia della captazione delle sorgenti del territorio ferrierese che dal 1964 alimentano l’acquedotto Valnure. E’ un tema di interesse non solo locale “mantenuto sotto traccia”  che riprendiamo nella quasi interezza:

L’autorizzazione trentennale fu concessa dal Ministero del Lavori Pubblici nel 1967 a far tempo dal 1964 per un complessivo prelievo di litri 38,69 al secondo. La concessione decadeva quindi nel 1994, senza per altro essere seguita dalla cessazione dei prelievi.  “A Ferriere da tanto tempo si aveva il sentore di accordi, intese politiche e iniziative varie per continuare ad avvalersi delle sorgenti ferrieresi per estendere l’urbanistica nei comuni della vallata. Anni fa il quotidiano Libertà annunciava che a Podenzano era stato presentato il progetto di potenziamento dell’acquedotto intercomunale con lavori aventi la finalità di ampliare la dorsale acquedottistica a servizio di Farini, Ponte dell’Olio e Podenzano per poi connettersi con quella di Rivergaro, Gossolengo e Piacenza. Lo scopo, sottolineava il sindaco di Podenzano era quello di consentire il minor utilizzo dei pozzi le cui risorse sono limitate. Il progetto prevede quindi la manutenzione straordinaria delle sorgenti, il rifacimento che le raccorda al serbatoio di Ferriere e di tutta la dorsale della Valle con l’estensione sino a Podenzano. Tale progetto contempla pure l’ottimizzazione dei prelievi delle sorgenti montane per convogliarle in serbatoio di compenso in località Belsorriso di Vigolzone. In quel contesto l’allora sindaco di Vigolzone rimarcava l’importanza dell’area del proprio comune anche dal punto di vista turistico affermando in maniera autoreferenziale: “Il cuore della Provincia merita di essere favorito per una maggiore crescita degli insediamenti.” Il che significa che è lecito sacrificare la Montagna e privilegiare la Pianura”.

Per Ferriere era troppo e così si costituì l’Associazione Acqua e Ambiente di Ferriere composta dai comunelli di Rocca-San Gregorio, Cassimoreno e numerosi cittadini del territorio comunale, che attraverso un lungo iter si diede da fare per reperire la documentazione relativa ai prelievi dalle sorgenti site in territorio di Rocca e Cassimoreno. Due anni di ricerche non riuscirono trovare, tra muri di silenzio, risposte evasive e rinvii di appuntamenti, un appiglio utile ad avere risposte dalle istituzioni, scoprendo però che le opere realizzate abusivamente fruiscono di avvenute prescrizioni. 

Nel 2014 il Comitato venne a conoscenza del deposito da parte di Iren di un progetto per lavori di sostituzione di un tratto di tubazione dell’acquedotto Valnure tra le località di Tomè, Toni e Bocciarelli:  Ad opere ultimate, sollecita “i proprietari dei terreni sui quali insiste la rete di distribuzione a promuovere ricorso per reintegra nel possesso ex artt. 703 e seguenti in quanto i lavori di Iren non hanno riguardato una sostituzione ma bensì la realizzazione di un nuovo altro tracciato. A questo punto nominiamo un ingegnere e un legale affinché supportino tecnicamente e legalmente i ricorrenti in Tribunale. Nella prima udienza il giudice, ritenuta la fondatezza della richiesta dei cittadini nomina il C.T.U. per l’accertamento e la verifica della praticabilità della richiesta e nel contempo invita le parti a valutare con attenzione una definizione transitiva.

Così si apre una trattativa. Si susseguono incontri tra le parti, proposte, rinvii, consultazioni con i legali sino ad arrivare nel Settembre del 2017 alla firma di una transazione tra i privati ricorrenti ed Iren ed a un accordo Iren – Comunelli per la regolamentazione delle captazioni ed il rispetto delle aree in uso agli stessi, nonché per il ripristino di eventuali danni causati nell’esecuzione dei lavori di prelievi delle sorgenti.

Iren, riconosce di conseguenza ai privati proprietari un risarcimento economico per l’occupazione abusiva dei loro terreni e inoltre, si impegna a richiedere le necessarie autorizzazioni alle Autorità competenti per il proseguo delle captazioni unicamente di quelle di cui l’acquedotto Valnure si è avvalso per cinquant’anni, senza poter coinvolgerne altre. Ancora: Iren si impegna ad installare agli ingressi delle vasche di raccolta di Toni due misuratori elettronici della portata delle acque per rendere accessibili e disponibili i dati in tempo reale. Inoltre riconosce ai comunelli l’opera di cura e salvaguardia del territorio sul quale insistono le derivazioni delle sorgenti e pertanto si impegna a corrispondere un compenso economico annuale agli stessi. Di contro i comunelli si impegnano a consentire ad Iren l’accesso ai terreni di loro proprietà per la manutenzione degli impianti di captazione nonché per le esecuzioni di lavori necessari al corretto funzionamento”. Dopo dieci anni – conclude la memoria della Associazione ferrierese - siamo riusciti a disciplinare le captazioni delle sorgenti ad ovest del territorio di Rocca e Cassimoreno e a regolamentare gli interventi che via via si rendessero necessari per garantire l’agibilità della rete idrica dell’acquedotto Valnure.

Pensiamo che forse si sarebbe dovuto agire molto, molto prima nell’interesse della salvaguardia del nostro ambiente. Siamo ugualmente soddisfatti per essere arrivati ad una conclusione dall’esito positivo a difesa delle risorse del nostro territorio. Nel lungo iter di questo contenzioso ci siamo resi conto che solo noi ferrieresi e noi soli possiamo vigilare sul nostro patrimonio ambientale, tenendo presente che ogni nostra distrazione in merito potrebbe indurre altri a sentirsi in diritto di farlo per noi.

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