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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Da Caporetto a Vittorio Veneto: il generale Oddo alla Dante

Il tema, approfondito dal generale Giuseppe Oddo, ha concluso il ciclo commemorativo della Dante Alighieri dedicato alla Grande Guerra

L’annata conclusiva della “Grande Guerra”, da Caporetto a Vittorio Veneto, è stata ripercorsa alla Sala conferenze della Galleria Ricci Oddi - su invito del Comitato piacentino della Dante Alighieri - dal Generale Giuseppe Oddo, già direttore del Laboratorio Pontieri di Piacenza. 

L’ing. Oddo ha tratteggiato con competenza e passione la situazione geopolitica pre-conflitto degli stati europei e gli schieramenti bellici che si sarebbero venuti a determinare: il fronte: alleato composto da Impero Britannico, Francia, Grecia, Italia, Giappone, Montenegro, Portogallo, Romania, Russia, Serbia e Usa e gli imperi centrali (Austria, Ungheria, Germania, Turchia).

Oddo, concentrando poi l’intervento sullo scenario di guerra italiano, ha tratteggiato l’identikit dei discussi e discutibili Generali Cadorna e Pietro Badoglio, del successivo efficace intervento del Generale Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito Armando Diaz, del Gen. Luigi Cappello e di altri protagonisti diretti del conflitto bellico.

Con l’ausilio anche di valide diapositive preparate in collaborazione col dott. Galli, il Gen. Oddo ha sottolineato la situazione territoriale sul piano tecnico-politico-militare esistente ante-conflitto, evidenziando il confine italo-austriaco esistente nel 1915, nonché l’evoluzione bellica col 1917 a seguito dell’avanzata italiana, con l’attacco a tenaglia del 24 ottobre compiuto nei confronti delle nostre truppe, e quindi le premesse e l’esito della “storica” battaglia di Caporetto, considerata senza dubbio la più grande disfatta bellica italiana.          

La battaglia dell'ottobre 1917 segna, infatti, una delle più umilianti sconfitte dell’esercito italiano, tale da rimanere da sempre nell'immaginario nazionale. Ma quando la guerra sembrava ormai perduta, il Paese, agevolato anche dall’entrata in guerra degli U.S.A., seppe reagire con fermezza. Il generale Armando Diaz sostituì il generale Cadorna, a Roma fu costituito un governo di solidarietà nazionale presieduto da Vittorio Emanuele Orlando che ebbe l’appoggio dell’intero Parlamento; il primo effetto fu la rapida ed efficacie riorganizzazione di un esercito moralmente e materialmente e anche tecnicamente disfatto, per le gravissime perdite subite. L'avanzata austriaca fu bloccata sul Piave, sull’altipiano di Asiago e sul Monte Grappa e seguita dalla nostra vittoria nella battaglia del cosiddetto “Solstizio d’estate”. Seguirono vittorie decisive, tra le quali quella di Vittorio Veneto. Tali eventi costrinsero alla fine la Germania e l’Austria-Ungheria a firmare l’armistizio del novembre 1918.

Spaventoso il numero di perdite umane nell’intero conflitto. Alla fine della guerra il computo delle perdite era agghiacciante: nove milioni di morti tra le due parti, e alcune decine di milioni tra feriti, dispersi e prigionieri, danno l’idea del disastro che si era abbattuto sull’Europa. Per  quanto riguarda la sola battaglia di Caporetto, ben 40 mila furono i “caduti” tra morti e feriti; 280mila prigionieri, 50 fucilazioni sommarie e 350mila sbandati rimasti bloccati nei territori bloccati dal nemico. Inoltre armi e materiali lasciati sul campo (circa la metà dei nostri armamenti) furono calcolati in 3000 cannoni, 1700 bombarde, 3mila mitragliatrici, oltre a campi di aviazione, viveri, ospedali da campo, munizioni e quant’altro tutto perduto.

Ulteriore interesse è stato alimentato dalle domande del pubblico alla fine della conferenza, e in particolare dall’intervento del gen. Eugenio Gentile per il quale l’Italia avrebbe avuto più vantaggio da una posizione di neutralità. L’eventuale subìta invasione si sarebbe tramutata quasi certamente in una vittoria a tavolino; valutazioni convergenti sul notevole ridimensionamento post-bellico del peso politico dell'Europa sulla scena internazionale, e sul fatto che l'umiliazione inflitta alla Germania dalla pace di Versailles gettò i semi per l’ascesa del nazismo e per l’avvento della Seconda Guerra Mondiale.

Con questa conferenza il Comitato piacentino della Dante Alighieri, guidato dal dottor Roberto Laurenzano, ha concluso il ciclo commemorativo della Grande Guerra, “ciclo” che in precedenti incontri ha offerto approfonditi contributi da parte dello stesso Generale Oddo, nonché di Maurizio Dossena, di Ivo Musajo Somma e di Fausto Fiorentini che, volendo, i lettori potranno consultare richiamandoli dal nostro archivio on line.

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