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Cultura

Dopo quattro secoli silenti riemerge da Napoli l’Atlante della Diocesi di Piacenza

L'opera di Alessandro Bolzoni, ristampata da "Parallelo 45" a firma di Chiara Abbate e a cura di Stefano Pronti

Un documento di grande importanza sulla storia di Piacenza di 400 anni fa, è stato ritrovato nella Biblioteca nazionale di Napoli e ora, grazie alla studiosa Chiara Abbate, a Stefano Pronti e alla Banca di Piacenza, ne è disponibile l’accurata ristampa in una pubblicazione edita da “Parallelo 45”. Si tratta sul manoscritto dell’architetto dei Farnese Alessandro Bolzoni (1547-1636) “La Diocesi di Piacenza (1617-1620)” e riguarda l'antica  configurazione giuridica della Diocesi che corrispondeva sostanzialmente al cinquecentesco Stato farnesiano;  è la splendida versione per il  duca Ranuccio Farnese, tanto inedita  quanto sorprendente per la  vastità dei contenuti topografici, cartografici, demografici, produttivi e sociali della realtà di Piacenza nei primi del  Seicento. Dopo un’iniziale  cornice storica sull' operato  dei primi cinque duchi, viene rimarcata la funzione della Commissione di Politica e  Ornato, istituita da Pier Luigi Farnese per regolare la crescita e la  trasformazione della città. Il codice è un manoscritto in foglio di novanta carte numerate; è rilegato in pelle cordovana rossa impressa con fregi dorati e si suddivide in due libri: nel primo, “Sopra la diocesi di Piacenza”, se ne descrivono i confini, i ventotto vicariati che la compongono e le chiese della città; nel secondo, “Sopra le ville, castelli et altri di questo ducato di Piacenza”, si descrive il territorio, cioè strade, castelli, chiese, ville, monti, fiumi, porti e mulini. E’ un’opera di eccezionale importanza per la completezza dei dati e per i dettagli della rappresentazione cartografica a china e acquarello. Le due piante della città e le tredici carte corografiche sono accompagnate da accurate notazioni, che riportano tutte le notizie utili alla ricostruzione della realtà abitativa, sociale e produttiva di Piacenza.

L’opportunità di pubblicarne lo studio è nata dal contatto che la studiosa napoletana Chiara Abbate ha avuto con Stefano Pronti, per ottenere un contributo da inserire nella miscellanea di saggi “Dai Farnese ai Borbone, Famiglie Europee – Costruire Stati” (Edizioni del Grifo, Napoli, 2007). In quella circostanza Pronti venne a conoscenza dello studio sul manoscritto del Bolzoni che è la splendida versione per il duca ed è più completa rispetto  le due versioni manoscritte  dello stesso Atlante conservate presso la Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza.  

Il volume è stato presentato alla folta platea di Palazzo Galli – Banca di Piacenza, presente il presidente del C.d.A  Giuseppe Nenna, dal Presidente del Comitato esecutivo avv. Corrado Sforza Fogliani il quale ha evidenziato come “l’Atlante” sia di interesse anche dal punto di  vista civilistico per i tempi correnti: fotografa infatti la situazione dei mulini e dei rivi urbani  (dei quali la cronaca politica civica si sta di questi tempi occupando) così  come l'attestazione della esistenza di una tassa patrimoniale sui cavalli morti (differenziata  in relazione al costo del loro mantenimento), si incarica di provare ancora una volta - come  dimostra sul piano mondiale la Storia del fiscalismo di Charles Adams (ed. Liberilibri) - che  non c'è limite alla fantasia dei tassatori e che, sempre da che mondo è mondo, ogni nuova  imposta nasce transitoria e leggera per diventare ben presto (come regolarmente avvenne  anche per la menzionata tassa ducale), pesante e ordinaria. I fiscalisti e tributaristi contemporanei, insomma, non hanno proprio inventato niente, al pari dei propugnatori di quell'armamentario vincolistico (come lo definiva Einaudi) che in nessun campo e in nessun tempo, ha mai risolto alcun problema, ma solo accontentato tristi spiriti demagogici.

Sottolinea in prefazione al volume, il vescovo mons. Gianni Ambrosio: “Quest'opera, ci offre un interessante quadro, ormai lontano, della vita della diocesi di Piacenza e del ruolo che essa ha avuto lungo i secoli. La lettura e lo studio di questo libro aiuterà a conoscere più da vicino la vita delle parrocchie e delle comunità religiose, conducendo il lettore alla scoperta di una realtà affascinante e per molti versi ancora da scoprire”.

Non fa meraviglia che un documento come questo del Bolzoni, si trovi a Napoli, hanno spiegato mons. Domenico Ponzini e Stefano Pronti,  perché là sono migrati nel 1736 i patrimoni artistico, archeologico e documentario dei Farnese al seguito del duca-re Carlo di Borbone, primogenito di Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V di Spagna. Ora con grande piacere, si propone alla scena culturale piacentina questo studio di Chiara Abbate, che va a tracciare una panoramica inedita su Piacenza e offre innumerevoli spunti di riflessione sulla percezione della città e sulla ulteriore disponibilità delle fonti documentarie e bibliografiche consultate; dal suo qualificato ed esterno punto di vista offre anche indicazioni su caratteristiche inedite della città. Inoltre riapre un’ulteriore prospettiva di elevato interesse per la trattatistica  architettonica seicentesca: lo studio puntuale e la pubblicazione del trattato “Dell’architettura di Alessandro Bolzoni architetto piac.o del Sereniss.o duca di Piacenza, et Parma, sopra il decoro delle fabbriche et strade di Piacenza et ingegnero militare della M. Illustre Communità d’essa Città”, che rivela la sua vasta e raffinata cultura e lo ascrive tra i maggiori teorici dell’epoca e la rivisitazione delle sue altre importanti opere.

Forzata l’assenza a Palazzo Galli Chiara Abbate, che trattenuta a Napoli con l'influenza (sua e di tutta la famiglia),  ha indirizzato un messaggio alla platea  nel quale si legge:

La pubblicazione de “L’Atlante della Diocesi di Piacenza” vede oggi realizzato l’obiettivo di ogni studioso. Non si tratta “solo” dell’onore riservato a questa opera e della gratificazione personale, che ne consegue. Il vero privilegio è quello di poter restituire al suo territorio, nella maniera più esauriente possibile, un anello mancante nella storia della Città. Una preziosa testimonianza delle vicende del Ducato Farnesiano, che potrà proficuamente riallacciarsi alla profonda cultura di un luogo in cui l’arte e la storia impregnano tangibilmente, da secoli, la vita e l’operato quotidiano. Ne è testimonianza oggi l’alto Consesso che mi emoziona sapere riunito per la presentazione di questo volume. Un lavoro che si colloca al centro di un filone di ricerca sui documenti farnesiani conservati presso i luoghi di cultura della Città di Napoli, avviato alcuni anni orsono dal Prof. Francesco Saverio Starace del Dipartimento di Storia dell’Architettura dell’Università Federico II, e che ancora prosegue grazie a un gruppo di studiosi napoletani, ben consci del grandissimo valore che l’eredità farnesiana riveste nella cultura del nostro territorio.

Sappiamo bene quale sia stata la lunga e travagliata vicenda del trasferimento del Fondo Farnesiano a Napoli con Carlo di Borbone, ma vi è la consapevolezza, oggi ancora di più, di un legame forte che unisce le nostre Città, e le accumuna nella cultura e nella ricchezza di un patrimonio di immenso valore, che le Famiglie Farnese e Borbone hanno costruito con ineguagliabile sensibilità e lungimiranza.

La stessa sensibilità che contraddistingue l’egregio Dr. Stefano Pronti, curatore del volume, la cui tenacia ha consentito di far rivivere, oggi, il manoscritto del Bolzoni, valorizzando fino in fondo anni di studio, ricerca, e impegno.

Con Lui ringrazio sentitamente S.E. Gianni Ambrosio Vescovo Di Piacenza E Bobbio e l’Avv. Corrado Sforza Fogliani Presidente C.E. della Banca di Piacenza, per il sostegno dimostrato e per la fiducia accordata.

IL LIBRO

La Diocesi di Piacenza

Collana Secondo Millennio, curata da Fabrizio Filios

I edizione Gennaio 2017

Progetto e coordinamento: Stefano Pronti

Ricerche e testo: Chiara Abbate

Riproduzioni fotografiche: Chiara Abbate

Stampa: Graphot Torino - Gennaio 2017

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