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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

Ente Farnese, confermato Gentile ma rinnovati statuto e consiglio direttivo

I nuovi orizzonti per l’ente Farnese. Le sofferte decisioni dell’assemblea dei soci

Alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, dopo anni di abbandono e di uso improprio, si sono create le condizioni per procedere al recupero del monumentale Palazzo Farnese e della Cittadella viscontea, ridotti in condizioni di estremo degrado, per farne la sede delle raccolte artistiche e storiche piacentine. Per raggiungere questi obiettivi nel 1965 è nato l’Ente per il restauro e l’utilizzazione di Palazzo Farnese, i cui soci fondatori furono l’Ente Provinciale per il Turismo, il Comune di Piacenza, la Provincia e la Camera di Commercio. Alla presidenza dell'Ente fu chiamato il sen. Alberto Spigaroli, carica rinnovata sino all'agosto del 2014, data della sua morte.

Notevoli e importanti sono statinegli interventi eseguiti: dal rifacimento delle coperture e degliintonaci delle sale del lato orientale dei tre piani fuori terra e alla ripulitura degli splendidi stucchi. Nelle stesse sale sono stati restaurati o ricostruiti i pavimenti. All’inizio degli anni ’90 le sale del primo piano sono state rese pienamente idonee ad accogliere le collezioni artistiche della pinacoteca, ed è stato effettuato il restauro della Cappella Ducale, dei locali del piano seminterrato, dell’edificio aggettante nel cortile, delle facciate esterne del Palazzo erifatta la pavimentazione del grande cortile, di indubbio pregio architettonico. Il lavoro di tutela del complesso architettonico è continuato negli anni sempre ad opera dell’Ente Farnese.

Nel 2014 l’acquisizione in proprietà del Comune di Palazzo Farnese, ha fatto emergere difficoltà di rapporti tra il Comune - Direzione dei Musei e l’ente; difficoltà che per altro si percepivano già da alcuni anni durante la presidenza del Sen. Spigaroli, anche se in modo quasi silente. In sostanza l’Ente sembrava essere percepito come istituzione che interferiva su chi è investito della responsabilità istituzionale riguardo ai Musei.  La situazione si palesava dalle difficoltà di programmare congiuntamente le attività annuali dell’Ente a favore di Palazzo Farnese, cioè dei Musei, delle manifestazioni, della valorizzazione, più in generale dell’utilizzazione, inquanto scopo statutario principale dell’Ente, a parte la competenza sulle mura.

Dopo l’emanazione del Decreto legislativo 33/2013, relativo a Trasparenza ed Anticorruzione, che ha comportato anche per l’Ente Farnese l’attuazione di adempimenti burocratici formali simili a quelli prescritti per gli enti pubblici,  l’ufficio legale del Comune aveva ritenuto  che la maggior parte delle attività svolte dall’Ente Farnese fossero di  competenza del Comune stesso e quindi non potessero essere svolte da altri, con la conseguenza che quanto indicato nello statuto dell’Ente Farnese,diveniva  inattuabile per quasi tutto quanto attiene alla possibilità di svolgere lavori che non siano di propria iniziativa, con fondi propri, anche di sponsor ma non pubblici e comunque che fossero in concordanza con le attività dei musei.

La Provincia, uno dei soci fondatori dell’Ente Farnese, non aveva più erogato alcun contributo oltre alla quota di adesionee dall’anno 2016 aveva rinunciato al ruolo di socio.  La Camera di Commercio altro socio fondatore aveva ridotto la quota di adesione. Il Comune, nonostante le numerose formali attestazioni di apprezzamento sull’Ente e l’impegno a coinvolgerlo in ciò che riguarda Palazzo Farnese in particolare, aveva azzerato il contributo annuo.

RISULTATO. Per l’Ente Farnese una disponibilità finanziaria talmente esigua da non consentire più alcuna significativa capacità operativa, anche volendo limitare la propria attività a mera promozione.

In questo scenario l’assemblea dei Soci, oltre agli adempimenti di bilancio, è stata chiamata a deliberare su tre documenti inerenti il futuro dell’Ente.  Il primo proponeva di mantenere comunque l’ordinamento attuale. La seconda soluzione,prevedendo una pratica impossibilità di operare, ne proponeva lo scioglimento.

La terza soluzione approvata a maggioranza - dopo che un numero di voti significativo (in rapporto alla presenza dei soci)  era comunque confluito sulle prime due proposte - modifica lo statuto con una formulazione che prevede l’iscrizione solo su basevolontaria.Il numero dei membri della Giunta, incluso il presidente, è ridotto da 11 ad un massimo di7 ed il Collegio dei revisori può essere composto da una unica persona.  L’Ente Farnese diviene un organo privato non più in controllo pubblico, di stimolo e proposta nei confronti degli enti pubblici e privati, finalizzato alla migliore valorizzazione di monumenti farnesiani e all’attuazione di corrispondenti iniziative, naturalmente non in modo isolato, ma in sinergia con i citati enti.

“Da diversi anni – ha sottolineato il Presidente gen. Eugenio Gentile - l’Ente Farnese ha proposto la realizzazione di un posto ristoro a Palazzo Farnese; se prima dell’acquisizione in proprietà da parte del Comune l’idea era di difficile concretizzazione, oggi, dopo quasi tre anni da quando il Palazzo è del Comune, non vi è ancora nulla. Peraltro, ho già ricordato come lo stesso Comune è giunto all’individuazione del sito (senza alcun coinvolgimento dell’Ente Farnese) ma ancora il risto-bar non c’è. In definitiva, concludendo su questo filo del discorso, l’Ente Farnese potrebbe diventare il grillo parlante, la voce della coscienza cittadina nei confronti dell’amministrazione locale e delle realtà economiche affinché abbandonando rivalità politiche, gelosie personali, cavilli burocratici, insomma tutto quello che contribuisce a rallentare ed a frustrare ogni iniziativa, mettano il massimo impegno per rendere la nostra Piacenza sempre più bella ed accogliente. Non c’è tempo da perdere”. 

IL NUOVO DIRETTIVO

E’ seguita la votazione per la designazione del nuovo consiglio direttivo che ha visto la riconferma del Presidente gen. Eugenio Gentile e la nomina dei componenti del consiglio: Angela Cigalla, Pietro Chiappelloni, Enrico De Benedetti,Gennaro Di Lauro, Mauro Gandolfini, Raffaele Orsi, Giovanni Perotti (supplente). Revisore unico: Giorgio Pedratti, Romano Bergamaschi (supplente). L’entrata in vigore dello statuto modificato avverrà non prima della data della sua registrazione.

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