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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura Bobbio

Gianluigi Paragone, sull'immigrazione: «Non dobbiamo "abdicare"»

Il vicedirettore di "Libero" è intervenuto ieri sera a Bobbio per il festival irlandese per presentare il suo ultimo libro: «E' da razzisti dire che in Italia è in corso un'invasione in piena regola?». L'incontro con il pubblico, però, salta per un ingorgo in tangenziale. Sul palco, in serata, gli irlandesi Kila. Deludenti. Infastiditi dagli insetti, non coinvolgono troppo il pubblico, ma non si dimenticano di bere parecchia birra durante l'esibizione

gianluigi-paragoneCi sono foto che sostengono tesi. Le ribadiscono, più che altro. Piazza Duomo, a Milano, un giorno qualunque. Sotto le guglie della cattedrale, decine di fedeli musulmani sono in ginocchio in preghiera. Sono sul sagrato, proprio sotto uno degli edifici simbolo del cattolicesimo italiano. Un’immagine stridente, soffusa nel paradosso. È questa la copertina del volume L’invasione - Come gli stranieri ci stanno conquistando e noi ci arrendiamo, di Francesco Borgonovo con commenti di Gianluigi Paragone, edito da Aliberti.

Proprio il vicedirettore del quotidiano Libero, ieri sera, ha fatto tappa a Bobbio in piazza San Colombano per la manifestazione Irlanda in musica. Avrebbe dovuto presentare il volume prima del concerto dei Kila, band irlandese, ma il programma è saltato per «traffico in tangenziale». Così, per lui, solo un po’ di musica irish senza la tavola rotonda prevista con Massimo Polledri, parlamentare leghista e Roberto Pasquali, presidente del Consiglio provinciale.

«Purtroppo, per molti immigrati - dice Paragone in qualche veloce battuta ai cronisti presenti - non c’è la volontà d’integrarsi. E allo stesso tempo dovremmo essere capaci di conservare la nostra identità e preservare le regole». Poi interviene sulla recente immissione del reato di clandestinità: «Anche in questo caso - continua il giornalista - dovremmo saper dividere tra chi è venuto onestamente in Italia per dare benefici a sé stesso e a noi, e chi invece fa il furbetto. Ma i furbetti non sono solo stranieri». Fermo restando, però, che il problema immigrazione resta. «Pesantemente».

  Lo spettacolo dei Kila non entusiasma: stanco bis di rito. Infastiditi dalle zanzare, non danno il meglio. Però bevono  

«L'integrazione con gli stranieri ha bisogno di una messa a punto - scrive Paragone nella prefazione del testo -. Nel corso degli ultimi anni le città italiane si sono trasformate profondamente, miscelando identità etniche, confessioni religiose e abitudini commerciali. Il cambiamento ha coinvolto soprattutto le periferie. Si può dire che sia stata raggiunta l’integrazione? Oppure va ammesso che il modello di crescita ha seguito la logica dei mattoncini Lego incastrati a casaccio dai bambini?».

Come detto, la serata ha visto l'esibizione dei Kila, gruppo di musica irlandese moderna. Forse infastiditi dagli innumerevoli insetti - con i riflettori ad attrarne a milioni - i musicisti verdi non hanno dato il meglio. Nonostante gli impervi soliloqui di flauti, chitarre e tamburi, con canti in gaelico, gli spettatori - numerosissimi - non sono stati coinvolti troppo. Qualche battimano stanco, ma nulla più. Nel finale bis di rito, senza emozionare. Più che altro, gli osannati Kila hanno pensato a bere: durante la loro esibizione hanno richiesto più volte boccali di birra. Come dire, siamo irlandesi in tutto e per tutto. 

 
Il gruppo irlandese dei Kila in azione. Sopra, all'inizio dell'articolo, il vicedirettore di "Libero" Gianluigi Paragone

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