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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura Bobbio

Girovagando per le frazioni di Bobbio, tappa a Ceci

Prosegue il racconto delle evoluzioni che alcune delle frazioni bobbiesi hanno avuto negli ultimi decenni: una veloce carrellata sugli accadimenti più rilevanti dalla quale purtroppo emergono ombre e poche affievolite luci

Salendo la strada provinciale 461 Bobbio-Passo Penice per scendere a Varzi (Pavia), sulla sinistra c'è il bivio che immette sulla strada per la Frazione Ceci: 11 chilometri circa, da Bobbio. La prima località che s’incontra è Rocche di Santa Maria, poi la Torre; avanti si passano le Case Bronzini. Qualche chilometro di salita con tante curve e sulla sinistra ci sono le antiche case dei Paini. Disabitate da anni, sono comunque in ottimo stato a testimonianza della cura che ne hanno i proprietari, che, aimè, abitano lontano. Su, su, su per una stretta e non agevole strada asfaltata, si arriva al cartello che indica la frazione Ceci.

L’abitato si compone di diverse località: Case di Qua, Case di Sopra, La Chiesa, Case di Sotto, Case di La. E’ un grosso agglomerato attraversato nella parte bassa dalla strada che porta al Brallo di Pregola. Le case, appiccicate alla montagna, sono state restaurate. In sofferenza si trova invece un buon numero di costruzioni un tempo desinate a stalla, a portici e a cascine. La non utilizzazione agli antichi usi ne ha causato un lento e inesorabile degrado. Oggi la popolazione conta qualche decina di unità, ma fino a qualche decennio fa a Ceci dimoravano stabilmente oltre 200 persone che non mancavano di attivismo civico e politico, tanto che la frazione era sede di seggio elettorale e la comunità, nel Consiglio comunale a Bobbio ha sempre avuto un suo rappresentante-assessore.

Nel mezzo del paese c'è la Chiesa Parrocchiale, il centro aggregante di un "popolo" molto religioso che stravedeva i suoi parroci don Pasquale Stafforini, don Lino Ridella, don Giacomo Maina: ognuno di loro ha lasciato nelle opere e nei cuori dei "cecini" un profondo e affettuoso ricordo. Il protettore della Parrocchia è San Policarpo, ma la seconda domenica di Agosto si festeggia la Madonna Assunta. Il factotum della Parrocchia da anni è Angelo Chiapparoli che svolge questo ruolo con passione, devozione nel rispetto di antiche tradizioni tramandate nel tempo, ma che inesorabilmente sbiadiscono sempre di più. Con la crisi delle vocazioni anche Ceci divide il Parroco con le Parrocchie di Vaccarezza e Santa  Maria: Don Mario Poggi ha in cura le anime di una popolazione sempre più anziana che invecchia con grandi sofferenze vedendo l'esodo irreversibile dei giovani.

Due le osterie: Giovanni Scabini e Luigino Fraschetta con le loro famiglie ne erano i gestori. Ogni sera si animavano all'inverosimile; gli uomini, dopo giornate di duro lavoro avevano ancora tempo e voglia di divertirsi e vi passavano le serate giocando a carte, qualche volta alla "morra". Fra una cantata e l'altra facevano abbondanti libagioni non disdegnando laute merende con buon vino e prelibati salumi del luogo. Accanto all'Osteria di Luigino - riaperta in questi ultimi tempi - era attivo un negozio di generi alimentari con annessa tabaccheria gestita dalla signora Carla Labirio. Allora non c'erano sussidi ne incentivi; le attività nascevano dalla volontà di darsi da fare.

Le scuole elementari erano ospitate al centro del paese, non posso essere esatto, mi sembra ci fossero almeno due maestre a insegnare a leggere, a scrivere e a fare di conto. I cecini sono gente tosta, orgogliosi della loro identità, uniti per ciò che interessa il "paese". Nelle vicinanze della piazzetta ci sono le cosi dette "Case del fascio", fatte costruire dal " Regime" e assegnate ad abitanti le cui dimore erano state rese inabitabili da una frana. Da un po’ di anni, in località "Le Vallette", attorno ad una bella pista di sci da fondo, molto frequentata è sorto un centro di ristoro di cui se ne parla in modo entusiastico. 

Da Ceci una strada sale, verso il passo della Scaparina. Andando verso destra si raggiungono Casa Piazza e il Passo del Penice, verso sinistra Pregola e il Brallo. Il ristorante della Scaparina è il regno di un personaggio più unico che raro, Giuseppe Monfasani che vale la pena andare a conoscere. A due passi In Comune di Menconico (Pavia), è in funzione il moderno ristorante "La Pernice Rossa". 

Fra tutte le frazioni di Bobbio è mia impressione che a Ceci lo spopolamento sia stato molto rilevante. I cecini sono emigrati in cerca di lavoro a Voghera, Tortona. Le prime generazioni di emigrati, ogni estate e a tutte le feste comandate tornavano al paesello, dove con il frutto del lavoro hanno tirato a lucido le loro vecchie abitazioni. Le nuove generazioni ritornano ancora, ma fino a quando? Il loro legame con il territorio e le radici sono calati di molto. Chi volesse fermarsi e magari sfruttare le ricchezze naturali dell’agricoltura, ne viene dissuaso dallo scempio provocato dall’invasione di ogni sorta di animali selvatici: cinghiali, daini, caprioli, cervi, istrici, lupi ecc da almeno venti anni, impunemente creano danni alle colture. La proprietà dei terreni ha perso ogni diritto, anzi è costretta oltre ai danni ad avere anche le beffe della maleducazione e dell'arroganza di chi si definisce cacciatore di quella "fauna selvatica", violandone impunemente il principio che da sempre l'ha tutelata.

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