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Cultura

La Banca di Piacenza ricorda gli 80 anni dalla fondazione con una Galleria di cimeli e lo “Spazio Arisi”

L'anteprima al termine della "Giornata" dedicata al professore con conversazioni sul pittore Carlo Maria Viganoni e sui gessi del Canova

Tre anni fa il 18 giugno 2013 ci lasciava Ferdinando Arisi uno dei principali e più importanti protagonisti della vita culturale piacentina degli ultimi cinquant’anni; il professore oltre che insegnante, è stato importante e stimato storico e critico d’arte, ha lasciato segni rilevanti i nelle strutture museali del territorio, portando il suo nome e l’arte piacentina anche oltre i confini nazionali.  E’ stato collaboratore e grande amico della Banca di Piacenza per la quale – ha ricordato Robert  Gionelli - ha organizzato tante importanti iniziative culturali lasciando spesso, anche quando il protagonista era lui, il palcoscenico ad atri. In occasione della terza edizione della “Giornata Arisi”, il Presidente del Consiglio di amministrazione ing. Luciano Gobbi e il Presidente del Comitato esecutivo avv. Corrado Sforza Fogliani, hanno presentato l’anteprima dello “Spazio Arisi”, realizzato a Palazzo Galli nelle stanze a piano terra, al tempo locate dal Consorzio Agrario, dove la Banca di Piacenza aprì il 2 gennaio 1937 con tre dipendenti il suo primo sportello.

A Palazzo Galli – si legge nella dedicazione, dettata dall’avv. Sforza - Ferdinando Arisi trasuda dappertutto. Ad esso, il maggior critico d’arte che la nostra terra abbia mai avuto, s’è dedicato con passione giovanile anche quando era già avanti negli anni. A questo palazzo – soprattutto – Arisi  s’è dedicato con quell’amore e quell’orgoglio piacentino che sono stati – insieme alla generosità, alla schiettezza e alla dedizione al bello – una caratteristica costante della sua vita. Alla Banca di Piacenza è parso bello (prima ancora che doveroso) dedicare ad Arisi uno spazio destinato a fare memoria di come il nostro istituto è stato voluto, è nato, è costantemente cresciuto. Facendo - sempre – il passo che gamba consente (come dicevano i nostri vecchi), con la sobrietà di una gente concreta, che nei suoi tempi più fulgidi non ha mai amato la vetrina.

Lo “Spazio Arisi”, la galleria della Banca di Piacenza, ha spiegato l’architetto Carlo Ponzini, sintetizzerà tra breve la storia della Banca di cui esporrà documentazione inedita. Il cerchio "a pennellata" del logo dello Spazio è un immediato richiamo al mondo dell'arte e della pittura al quale Arisi ha dedicato la sua professione. La pennellata parte da sottile e si inspessisce per sottolineare l'arricchimento del suo percorso e delle sue esperienze nel corso della sua vita. Il tratto tondo, a formare un cerchio che si chiude, suggerisce un completamento e un arrivo del percorso culturale. I caratteri utilizzati per le scritte appartengono a due famiglie distinte, con due stili opposti. Questo richiama lo spirito eclettico di Arisi, la sua capacità di approcciarsi al mondo dell'arte senza pregiudizi e di esprimere critiche e pareri sempre frutto della sua professionalità. In ultimo, la gamba della "R" discendente, slancia il marchio e lo rende dinamico. Così si richiama anche l‘atteggiamento intraprendente di Arisi. I colori sono stati ripresi dall'identità visiva della Banca di Piacenza.

La Galleria della Banca di Piacenza, della quale l’anteprima ha mostrato il logo, il percorso espositivo con un primo ricordo del prof. Arisi, sarà presto completato con testimonianza che racconteranno la vita e la storia della Banca oltreché di persone particolarmente legate all’istituto. Il prossimo 23 giugno, quando la Banca di Piacenza ricorderà l’80° anniversario di Fondazione sarà possibile visitare la “galleria” in un allestimento avanzato, seguito alle 21 nel cortile di Palazzo Farnese da un Concerto eseguito dall’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal Maestro Fabrizio Dorsi. L’Inaugurazione ufficiale sarà ai primi dell’anno prossimo, a ricordare l’apertura del primo sportello della Banca di Piacenza, avvenuta a Palazzo Galli il 2 gennaio 1937.

“La giornata Arisi” è stata aperta alla Sala Panini dal prof. Alessandro Malinverni (conservatore del Museo Gazzola), con una relazione sul tema “Carlo Maria Viganoni: un pittore neoclassico tra Landi e Canova”. Viganoni (Piacenza 1784-1839), fu tra i migliori artisti usciti dalla scuola d’arte Gazzola all’inizio dell’Ottocento. Soggiornò a Roma dal 1808 al 1830 e durante quel periodo poté studiare le sculture antiche, frequentare l’Accademia di Francia e la scuola del nudo del Campidoglio e partecipare alla vita artistica dell’Urbe. Di nuovo a Piacenza, dal 1830 alla morte insegnò figura al Gazzola. Il dottor Mario Guderzo, Direttore del Museo e Gipsoteca Canova, ha trattato il tema “Tutela a valorizzazione delle collezioni di gessi” soffermandosi sulle opere di Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia, 1822), lo scultore e pittore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo presente, come forse nessun altro artista, in tutti i più grandi musei del mondo, dal Louvre all'Ermitage, dal Metropolitan ai Musei Vaticani, alla National galerie di Berlino. Possagno (Treviso), il paese di Canova dell’artista, raccoglie i modelli originali delle sculture del grande artista.

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