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Cultura

«La bellezza dell'Italia vista con gli occhi di Goethe»

Un libro che pur edito nel 1829 è opportuno conoscere e leggere con calma e attenzione per percepire e assaporare un quadro sereno delle bellezze storico-paesaggistiche italiane. L’invito è per “Viaggio in Italia” di Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 1749 - Weimar, 1832) – uno dei maggiori scrittori, poeti e drammaturghi europei; un artista e pensatore completo i cui interessi spaziavano dalla teologia alle scienze, dalla musica alla pittura. E’ stato espresso dalla prof. Maria Giovanna Forlani, musicologa, giornalista e critico musicale, in una conversazione a Palazzo Galli Banca di Piacenza, dove ha tratteggiato un appassionato ritratto di Goethe, ripercorrendo il Viaggio che lo scrittore compì in Italia tra il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788, dal quale lo scrittore tedesco ricavò un nuovo senso della realtà e una nuova serenità in un'esperienza che coinvolse tutti i suoi sensi. I monumenti dell'antichità che aveva sempre studiato e il paesaggio mediterraneo parlarono al suo cuore, fino ad ispirargli una nuova concezione di bellezza.

Goethe quando inizia il suo “tour” italiano aveva da poco compiuto 37 anni; era già molto noto in Europa come scrittore e aveva alle spalle una importante carriera politica anche come consigliere e ministro del duca Carlo Augusto di Weimar. Viaggia però sotto il falso nome Philip Möller, pittore tedesco. Ha con sé una serie di strumenti che servono ad approfondire e a imprimere nella mente l’esperienza del viaggio: guide, quaderni di appunti e di schizzi, diari, lettere da inviare, ed è accompagnato da un pedagogo che è compagno e guida nel viaggio. L’Italia per lui è un mito, quasi una patria. Entra attraverso le allora polverose strade del Brennero, sosta e scrive annotazioni su Trento, Vicenza e Verona  dove  esprime meraviglia per l’Arena. Ammira poi le rive del lago di Garda con i borghi Torbole e Malcesine. Qui la polizia asburgica lo arresta per sospetto spionaggio mentre sta disegnando la Rocca. Chiarito l’equivoco, risale a Venezia, vede per la prima volta il mare e ne sarà stregato. Ha modo di transitare per Piacenza e il 16 ottobre 1786 è a Cento, patria del Guercino, uno dei suoi pittori preferiti; qui ammira le riproduzioni dei dipinti realizzati a Piacenza nella cupola del Duomo e nella Basilica di Santa Maria di Campagna esprimendo “meraviglia somma”.  Goethe descrive anche le rive emiliane e lombarde del Po, i campi della pianura padana, Ferrara, Bologna e Firenze e il grande incontro con Roma dove vede con i suoi occhi le meraviglie della città che sino allora aveva solo immaginate. Nel corso del suo soggiorno frequenta salotti intellettuali, dove è, quasi certo, possa aver incontrato il Panini.

Giunto a Napoli osserva con grande attenzione e stupore, la bellezza della città, le frequentazioni, la vita cittadina, la bellezza naturale dell’ambiente campano in genere. Non avrà gli stessi elogi per la Sicilia, ma nonostante tutto scriverà che “L’italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto”.

La prof. Forlani, anche con l’ascolto di brani di musica classica, ha reso con romanticismo molto apprezzato dall’affollata platea, il personaggio Goethe, le sfaccettature multiformi delle località e degli abitanti incontrati lungo la penisola, suscitando in più persone il desiderio di accostarsi alle pagine del libro.

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